Da Rosmini a Gioberti: Tradizioni Filosofiche dell’Italia Unita

Nel 1861, Antonio Rosmini guardava il lago Maggiore dalla sua finestra a Stresa, con il rumore delle onde che si infrangevano piano e una brezza che gli scompigliava i capelli bianchi. Non era un uomo da piazze: alto, con occhi gentili e una tonaca da prete che portava con semplicità, sembrava un monaco più che un filosofo. Nato nel 1797 a Rovereto, allora sotto l’Austria, Rosmini era cresciuto tra libri e un’Italia spezzata – ducati, regni, un mosaico di voci. Quel giorno, scrivendo Delle cinque piaghe della Santa Chiesa, sognava un’Italia unita non solo nelle armi, ma nel pensiero: uno spiritualismo che abbracciava l’anima e la ragione. L’Ottocento, con l’Italia unita, trovava filosofie vive: da Rosmini a Gioberti, un paese che pensava tra rivoluzioni e speranze.

L’Italia del XIX secolo era un campo di battaglia e sogni. Il Risorgimento correva: Cavour contava cannoni, Mazzini gridava libertà, Garibaldi marciava con camicie rosse. Nel 1861, il Regno d’Italia nasceva, fragile, con un Sud povero e un Nord che guardava all’Europa. La Rivoluzione Industriale arrivava lenta: treni a Torino, fabbriche a Milano, ma il paese restava contadino. Kant e Hegel dominavano oltre le Alpi, il positivismo misurava tutto; Rosmini si ribellava: “L’uomo è più di un numero,” pensava, con una penna che tremava di passione. Studiò teologia, fondò i Rosminiani, ma la filosofia lo chiamava: “Uniamo fede e ragione,” diceva, con una voce che pesava ogni sillaba. A Stresa, tra silenzi e preghiere, trovò la sua strada.

Il suo spiritualismo era un ponte. “La verità è nell’essere,” scriveva in Sistema filosofico, con mani che sfogliavano appunti. Immagina un contadino piemontese: ara la terra, prega la Madonna – per Rosmini, quel gesto era ragione e spirito insieme. Pensiamo a un’idea: non è solo astratta, ma un dono di Dio che l’uomo coglie – l’“essere ideale” illuminava la mente. Kant vedeva categorie, Rosmini un’intuizione divina: “Conosciamo perché esistiamo,” pensava, con un sorriso stanco. Morì nel 1855, a 58 anni, prima dell’Unità, con un ultimo respiro che odorava di lago: “Ho visto la luce,” pensava, lasciando un’eredità che l’Italia avrebbe raccolto.

Poi arrivò Vincenzo Gioberti, un altro sognatore. Nel 1843, a Bruxelles, scribacchiava in esilio, con il rumore della pioggia belga e una candela che tremava sopra carte piene di nostalgia. Nato nel 1801 a Torino, prete con un cuore ribelle, Gioberti era stato cacciato per le sue idee: “L’Italia deve risorgere,” pensava, con occhi che brillavano di fuoco. Nel Primato morale e civile degli Italiani, scriveva: “Siamo grandi,” con una penna che pesava ogni parola. Immagina una piazza romana: un uomo parla di Dante, un altro di Michelangelo – per Gioberti, era il genio italiano, uno spirito che univa. Pensiamo a una chiesa: non è solo pietra, ma un popolo che pensa – l’idealismo si sposava con la patria.

Gioberti reagiva all’Ottocento. Il positivismo vedeva fatti; lui vedeva storia: “L’Italia è un’idea,” pensava, con una voce che pesava il reale. Rosmini scavava nell’io, Gioberti nella nazione: “Dio ci ha scelti,” pensava, con un ghigno – la provvidenza guidava il Risorgimento. Immagina un tricolore: non è solo stoffa, ma un sogno che respira – filosofia e politica si abbracciavano. Morì nel 1852, a 51 anni, con un ultimo respiro che odorava di esilio: “Ho dato la mia voce,” pensava, lasciando un’Italia che si svegliava.

Questi filosofi vivevano tra libri e lotte. Rosmini tossiva tra carte, osteggiato dalla Chiesa: “Troppo libero?” dicevano. Gioberti si scontrava con i reazionari: “Troppo ardito?” lo accusavano. Ma le loro idee erano un fuoco: Rosmini con la sua luce interiore, Gioberti con il suo primato nazionale. Nel 2025, li sentiamo: un’Italia che pensa, tra crisi e speranze – l’Ottocento respira nei nostri dibattiti. Ma non erano perfetti: “Troppo religiosi?” chiedevano i critici; “E la scienza?” si lamentavano altri. Per uno studente di oggi, sono un eco: la filosofia non è solo teoria, ma radici. Immagina un’idea: non è solo parole, è un’Ottocento che ci vive dentro.

 

Filosofia tra Ottocento e Novecento

  1. Bolzano, Brentano e la Reazione a Kant
  2. Peirce e le Origini del Pragmatismo
  3. James e la Filosofia Americana
  4. Bergson e il Flusso della Vita
  5. Avenarius, Mach e l’Empiriocriticismo
  6. Lo Spiritualismo Ottocentesco
  7. Le Tradizioni Filosofiche dell’Italia Unita
  8. Il Passaggio al Novecento
Storia e Filosofia
Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.