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  • Celti: i rapporti con Roma

    I rapporti con Roma

    Nel 322 a.C. i Senoni ed i Boi avevano colonizzato la Gallia Cisalpina ed erano scesi sino alle Marche, annientando gli Etruschi, che avevano fondato la Lega delle Dodici Città, e le popolazioni italiche.
    Il primo contatto di Roma con i Celti fu nel 387 a.C., quando Brenno, capo dei Senoni, presso il fiume Allia ottenne una grande vittoria e marciò su Roma, saccheggiandola ed incendiandola.
    I Romani si rifugiarono sulla rocca del Campidoglio dove furono presi d’assedio, senza capitolare. Qui si assistette all’episodio di Brenno che, per andare via, pretese dell’oro (probabilmente quello del sacco di Veio), pronunciando la famosa frase: “guai ai vinti”. In realtà sembra più probabile che tra i Senoni ed i Romani fu siglato un accordo di pace e che la propaganda romana abbia enfatizzato questo episodio al fine di esaltare la gloria capitolina. Successivamente la città fu ricostruita sotto la guida di Furio Camillo, che riuscì a convincere la popolazione a non trasferirsi a Veio, città etrusca appena conquistata, ancora intatta. Dopo questo avvenimento i Romani svilupparono un certo terrore verso i Celti.
    L’episodio appena descritto nacque a seguito di un’invasione celtica presso l’Etruria (avevano già conquistato il nord Italia che precedentemente era stato sotto l’influenza etrusca), avvenuta esattamente a Chiusi, centro di produzione vinicola di cui i Celti erano particolarmente ghiotti.
    L’aneddoto legato a questo episodio narra di un certo Aruns di Chiusi, la cui moglie era stata tradita da un lucumone locale, che chiamò i Celti in suo aiuto. Quando videro l’orda gallica alle porte i chiusini chiamarono i Romani, che bramosi di conquista nei confronti etruschi, ma diffidenti verso gli invasori, si limitarono ad inviare tre ambasciatori a trattare la pace. Tuttavia questi offesero i Celti e combatterono al fianco degli Etruschi contro di loro, perdendo. In seguito a questo episodio, Brenno, dopo aver distrutto la tirrenica Melpun, marciò verso Roma come rappresaglia. Naturalmente c’è una ragione più pratica dietro questa guerra: i Celti avevano bisogno di terre e di ricchezze ed effettuavano continuamente delle migrazioni.
    I Celti ricompaiano contro i Romani nella battaglia di Sentinum del 295 a.C., nel corso della terza guerra sannitica, accanto ai Sanniti, Umbri, Etruschi , Lucani e Sabini dove subiscono una sconfitta.
    I Romani erano risoluti nell’allontanare il pericolo celtico dall’Italia e nel 285 a.C. perpetuarono un genocidio (uno dei primi nella storia) nei confronti dei Senoni, erigendo sul luogo Sina Gallica (Senigallia) e più a nord Rimini. Inizia, così, la conquista dell’ager gallicus, cioè le alte Marche. Di conseguenza i Galli della regione minacciata (Boi, Senoni, Taurisci, Insubri) si alleano con gli Etruschi e marciano su Roma. Nel 283 a.C., presso il lago Vadimone, i Romani li massacrano, tingendo di rosso le acque del Tevere. Si racconta in proposito che i cittadini dell’Urbe appresero dalla notizia vittoriosa vedendo il colore delle acque, ancora prima che facessero ritorno i soldati.
    Successivamente i mercenari celtici si alleano ad Asdrubale in Spagna. Questi però firma il trattato dell’Ebro (226 a.C.), con il quale Cartaginesi e Romani si spartiscono la Spagna e riconoscono i Celti come comuni nemici. Questo trattato fu la fine per i punici che non capirono che solo alleandosi con le tribù locali potevano battere Roma.
    Nel 225 a.C. i Celti (50.000 fanti e 25.000 cavalieri, come racconta Polibio), aiutati dagli Etruschi, sono sconfitti a Talamone dai Romani. Nella circostanza vengono sottomessi anche i Liguri, popolazione italica, abile nella pesca e nella navigazione marittima, che aveva frequenti commerci con i Celti ed i greci di Marsiglia. Dopo questo episodio, Roma si rende conto che le tribù celtiche si possono sconfiggere con un esercito addestrato e organizzato.
    Nel 222 a.C., dopo la vittoria di Clastidium, la Valle Padana viene conquistata agli Insubri (Milano, loro capitale, distrutta) e alcune roccaforti celtiche, già città etrusche, vengono prese: Piacenza, città dei Boi; Cremona, città degli Insubri; Aquileia. Tra il 189 a.C. ed il 183 a.C. sarà la volta delle città dei Boi di Parma, Modena e Bologna.
    I Celti appoggiano Annibale che cala in Italia, uscendone di nuovo sconfitti. In particolare il loro impeto bellico si rivelava dannoso per le battaglie del generale cartaginese, come successe nella battaglia sul fiume Trebbia. In Gallia Cisalpina continua la guerriglia celtica fino al 175 a.C., data in cui l’Italia settentrionale è romana.
    Tra il 123 a.C. ed il 121 a.C. i consoli Caio Sestio Calvino, Domizio Adenobardo e Quinto Fabio Massimo conquistano la Gallia Narbonese.
    Nel 113 a.C. i Celti si ripresentano ai Romani al di là delle Alpi (parola di origine celtica) a Noreia, l’odierna Klagenfurt, dove Norici e Taurisci, in una fase di migrazione verso il nordeuropa sconfiggono le truppe di Papinio Cambone.
    Nel 109 a.C., presso Arausio (odierna Orange), sempre in una fase di migrazione, i Cimbri e i Cimmerri, popolo celtoscita, apportano una nuova sconfitta ai soldati romani. Dunque, i Celti diventano di nuovo uno spettro per la città capitolina. Si può osservare che in questo periodo si assiste a diverse fasi di migrazioni celtiche, con influenze sia germaniche che orientali, nessuna però valica le Alpi. Nel 107 a.C. gli Elvezi ed alcune tribù germaniche sconfiggono presso Agen truppe romane al comando di Longino.
    Per allontanare definitivamente la paura celtica i Romani devono attendere l’avvento di Mario, terzo eroe di Roma dopo Furio Camillo e Romolo. Questi identifica subito il punto debole dei Celti nel furore del primo assalto ed addestra con una rigida disciplina le truppe romane, facendole diventare una perfetta macchina da guerra. Così nel 102 e 101 a.C. prima ad Aquae Sextiae (odierna Aix en Provence) e poi a Vercelli furono massacrati migliaia di Cimbri e Teutoni. In entrambe le circostanze, durante le battaglie, Mario fece attendere le sue truppe in zone fortificate, in modo che i soldati si abituassero alle urla ed all’aspetto terrorizzante dei Celti. Una volta diminuito il furore bellico, i soldati romani assalirono i nemici, ormai esausti e indeboliti. Il pericolo celtico era cessato e Roma poteva dedicarsi ad una espansione in Europa.
    La politica di conquista estera dei Romani si basava sul concetto di eliminare eventuali pericoli che li potessero minacciare. Per questo motivo presero la Gallia Cisalpina che era abitata da popolazioni celtiche che potavano minacciarli, poi la penisola iberica, che aveva delle fortificazioni cartaginesi e, successivamente, la Gallia Narbonese come territorio di collegamento tra i due conquistati.

  • Celti: la religione celtica

    Religione

    Secondo la tradizione Eracle, divinità – eroe ellenico, giunto in Gallia, fondò Alesia e si invaghì di una principessa locale. Questa colpita dal suo vigore e dalla sua possenza fisica, si unì all’eroe orientale. Frutto dell’unione fu il giovane Galates, che salito al trono, diede il suo nome al popolo: galati o galli. Questa tesi propagandistica dimostra il legame tra Occidente ed Oriente
    La religione celtica ha molte affinità con le religioni delle culture indoeuropee, in particolare con quella scita. Essa si basa su concetti molto semplici: la reincarnazione della vita, la rigenerazione, la resurrezione, l’amore per la natura, la sacralità di alcune piante (la quercia in Gallia e Galizia, il tasso in Britannia, il torbo in Irlanda). Gli alberi erano il tramite con il firmamento e separavano l’uomo dagli dei celesti. Attorno ad ogni villaggio c’erano dei boschi sacri (drynemeton) dove si eseguivano riti e dove veniva giudicata la gente dai druidi.
    Si usavano spesso anche i dolmen ed i menir megalitici, già realizzati dalle precedenti civiltà, per rappresentare una continuità tra l’uomo ed il firmamento.
    La morte rappresentava per i Celti una breve pausa per una vita eterna: esisteva infatti la reincarnazione (in cui si crede anche in India), per questo si amava la natura, perché si poteva rinascere in altre forme di vita. Il concetto di rigenerazione era fondamentale ed a simboleggiarlo c’era la croce celtica. Il tema della resurrezione è importante, perché indica una continuità della vita ai danni della limitatezza della morte.
    Dunque il celtico non si preoccupava se in battaglia moriva, anzi questo gli dava più onore, tanto poi risorgeva. Andavano nudi in battaglia perché, in preda al loro furore bellico, comunicavano con gli dei direttamente e quindi emettevano calore. Non è escluso che i druidi conoscessero delle tecniche yoga, atte a creare uno stato di trance nei guerrieri nella fase pre-bellica. Essi infatti eseguivano dei passi di danza prima di combattere, proprio per entrare in contatto con le divinità.
    I Celti, specialmente quelli d’Irlanda, credevano che alcune divinità vivessero sottoterra. Con loro si entrava in contatto attraverso pozzi e stagni. Attorno ad ogni villaggio c’erano zone ritenute sacre anche per questo. In Vandea sono stati trovati pozzi contenenti alberi e resti umani e animali: agli dei si sacrificava tutto, sia il simbolo della fertilità che la vita stessa. Esistevano cerimonie celtiche, presiedute da druidi, in cui, con un sottofondo musicale, si portavano in processione alberi che, alla fine, venivano sepolti in pozzi.
    I Celti non credevano nel peccato, quindi la loro morale era molto semplice.
    Collezionavano le teste dei nemici (in Irlanda il cervello) sopra le porte delle loro capanne o su pali conficcati nel terreno, sia perché questo accresceva la loro fama, sia perché quando il nemico fosse rinato lo avrebbe fatto senza testa, quindi più debole.
    I Galati trasmisero ai loro cugini europei il mito scita del piccolo dio Attis e della sua madre Cibele, dispensatrice di coraggio e gran madre di tutti, che poi, se vogliamo, è lo stesso mito fenicio del dio Baal e della dea Baalat.
    Dunque la donna rappresentava il coraggio, che specialmente in battaglia era molto utile, e la fertilità che si ricollega alla rigenerazione della vita: esisteva una forte venerazione per la madre. Non è escluso che esistessero druidesse, come le abitanti dell’isola bretone o la sacerdotessa di Vix della Baviera.
    Il ruolo del druida è molto simile a quello del bramino indiano la società celtica e quella indiana sono simili: il re – cavaliere assomiglia al rajas indiano). A tale proposito si sottolinea che alcune parole del gaelico sono molto simili al loro omologo indiano.
    I druidi erano il centro della religione celtica. Ebbero anche una valenza politica. In Gallia, in particolare, sotto la dominazione romana, difesero i costumi celtici e portarono avanti un sentimento rivoluzionario antiromano che sfociò secoli dopo durante la fine dell’Impero Romano. Essi non pagavano tasse, non espletavano il servizio militare, non erano legati al loro territorio come il resto della popolazione. Erano, in pratica, i veri capi della tribù. Avevano un falcetto in mano che li rappresentava, anche perché erano conoscitori di erbe mediche, che venivano raccolte con una certa ritualità. Alcune, perché velenose, erano raccolte con la mano sinistra (era quella che valeva di meno), altre con la destra. Essi seppellivano i morti in tumuli, secondo la tradizione dei kurgan.
    I druidi si riunivano in assemblee e c’era il majestix (il grande re) che affidava i vari compiti a loro. Si diventava druida solo dopo aver superato una prova che consisteva nel ritirarsi nel bosco sacro e giungere all’aldilà (attraverso prove di allucinazioni ed ipnosi): solo chi vi era stato ed aveva fatto ritorno tra i mortali poteva guidare un popolo.
    I Celti avevano 374 divinità. In realtà molte erano copie di altre, per cui se ne contano circa 60. Tra questi si ricorda: Teutate, dio barbuto, presente nei riti sacrificali, Beleno omonimo di Apollo, Arduinna da cui presero il nome le Ardenne, Belisama omonima di Minerva, Nemetona dea della guerra. Il più importante di tutti era Lug, che diede il nome a Lione e Leida. Simboleggiava un grande druida e sapeva suonare l’arpa, lavorare il ferro, combattere da valoroso, fare magie. Questi fu il progenitore del germano Wotan, che era chiamato anche Odino ed era il signore del Walhalla.
    Wotan era il grande druida ed era il signore del calore magico che infiamma il guerriero. Dunque tra Germani e Celti c’è questa trinità divina in comune: Wotan-Odino, Donar-Thor, Ziu-Tyr, presso i primi; Teutate, Eso e Tarani presso i secondi. Teutate era il più potente e si placava con sacrifici di sangue. Eso era identificato con il toro, anche egli assetato di sangue. Tarani era il dio della guerra e preferiva il rogo. Successivamente, Lug prese il potere su tutti. La volta celeste era la proiezione della vita terrena, per questo si ipotizzavano lotte e nascite di dei. Alla fine uno prevalse e fu il successo dei druidi. Il concetto di trinità è molto ricorrente nelle religioni dei popoli di origine orientale.

  • Celti: lo sviluppo

    Sviluppo

    I Celti erano composti da diverse tribù, ognuna delle quali si diffuse in uno specifico territorio. Si difesero dai Romani, dai Germani e dalle invasioni asiatiche. Nel corso delle loro migrazioni popolarono un vasto territorio. Videro lo sviluppo di diverse società (kurgan, halstattiana, lateniana) che corrispose anche ad uno sviluppo economico e sociale.
    In base alla premessa fatta in precedenza, possiamo visualizzare la seguente situazione, legata sia al popolo celtico che alla regione di influenza relativa, frutto di continue migrazioni:
    Serbia: Scordisci (325 a.C.);
    Bulgaria: Bastarni (fondatori del regno di Tylis);
    Ungheria, Romania, Boemia: Carnuti, Teutoni, Cimbri(forse di origine germana), Menapi, Treviri, Ubii;
    Svizzera: Rezi, Rauraci, Carnuti, Elvezi;
    Austria: Taurisci, Norici;
    Italia Settentrionale: Boi, Senoni,Veneti, Gesati, Insubri, Taurisci;
    Spagna e Portogallo: Celtiberi che si mescolarono con la popolazione locale degli Iberi e che ebbero un sviluppo diverso rispetto ai Galli, i Gallaecie gli Asturi (Galizia), i Cantabri (zona di Bilbao), i Tarragonesi, i Baeti (zona di Siviglia), i Vasconi (Pirenei, da cui è originato il termine guascone), gli Arevaci, i Vaccei, i Lusitani ed i Vettoni (nel Portogallo);
    Anatolia: Galati (276 a.C.) abitanti della Galazia, arrivati dalle regioni del Danubio;
    Macedonia: Tettosagi, Trocmeri, Tolistoagi, che entrano in contatto anche con Alessandro Magno;
    Francia: Sequani, Edui, Alverni, Ambroni, Arverni, Parisii (che diedero i natali a Parigi), Aquitani, Vocati, Volci, Bellovaci, Venelli, Eburovaci, Suessioni, Tricassi, Mandubii, Carnuti, Veneti, Namneti, Pitti, Biturgi, Allobrogi, Gesati, Ceutroni, Eburoni;
    Paesi Bassi e Belgio: Nervii, Menapi, Suessoni, Remi, Belgi (forse di origine germana);
    Germania: Ambroni, Teutoni, Boi, Nemeti, Vangioni, Treviri, Advatici, Usipeti, Tenteri, Eburoni, Ubii, Sicambri (si tratta in prevalenza di popolazioni germaniche, di influenza celtica);
    Irlanda: Ulsteriani (con capitale Emain Magach), abitanti del Mide (centro-est), del Connacht (ovest) e del Munster (sud-est), Scotti (che migrarono in Caledonia che prese il nome di Scozia);
    Scozia: Pitti e Caledoni;
    Galles: Ordovici, Siluri e Cornovii (che poi migreranno in Cornovaglia)
    Inghilterra: Atrebati, Belgi, Catuvellani, Trinovanti, Dumnoni (in Cornovaglia), Coritani, Briganti, Suessoni, Carataci, Novanti, Segovii, Trinovanti, Iceni;
    Danimarca: Arudi, Cimbri, Ambroni (si tratta in prevalenza di popolazioni germaniche, di influenza celtica).
    Dunque i Celti, durante una loro migrazione, giunsero fino in Turchia. Nel 278 a.C. Brenno, omonimo del condottiero che un secolo prima sconfisse i Romani, invase la Pannonia e da lì, attraverso l’Illiria, giunse in Grecia, distruggendo Delfi, dove venne ferito. Tra il 278 a.C. ed il 270 a.C., trovando resistenza in Grecia, in particolare in Macedonia, una parte della popolazione celtica attraversò lo stretto dei Dardanelli e si stanziò a ridosso della Bitinia, approfittando anche dell’invito del re locale Nicomede, che, in cambio di territori, li assoldò come mercenari per conquistare l’Anatolia ed avere uno stato cuscinetto con i Frigi. La loro espansione ed i loro saccheggi furono interrotti dall’imperatore di Siria Antioco I, che li sottomise e li confinò in Galazia, regione nei pressi di Ankara. Successivamente, nel 230 a.C., il re di Pergamo Attalo I, sconfigge i Galati che si erano ribellati e fa erigere, come segno di trionfo, dei gruppi marmorei. Di questi oggi ci rimane una copia romana del “Galata Morente”. L’altra parte della popolazione, che costituiva il flusso migratorio, caratterizzata in particolare dalla presenza dei Bastarni, sconfitta in Macedonia dal re Filippo, padre di Alessandro Magno, si stanziò in Bulgaria, fondando il regno di Tylis.
    E’ opportuno fare una considerazione sull’Irlanda. Fu l’unico paese celtico che non subì invasioni, per cui sviluppò la propria cultura completamente senza subire influenze esterne. Era divisa in cinque regioni: a nord l’Ulster, con capitale Emain Magach, a sud il Munster, con capitale Caisel, ad ovest il Connaught, con capitale Cruachain, ae est il Leinster, con capitale Dinn Rig ed al centro-est il Mide, con capitale Tara, luogo sacro vicino a Dublino. La prima e l’ultima regione furono le più progredite, con la prevalenza finale dell’ultima. Nel 450 d.C. l’Irlanda era divisa in due regni. Il regno del nord abitato dagli Uì Neìll e quello del sud, popolato dagli Eòganachta.
    Dediti alla pastorizia, gli abitanti dell’Isola Verde, non erano molto progrediti scientificamente. Amavano la musica, le arti esoteriche, la natura e svilupparono l’alfabeto ogamico fatto di segni, con il quale composero fiabe, divinizzando eroi nazionali, tra cui Cù Chulainn. Il mito, presso i Celti era importante e questo gli Irlandesi lo applicarono abbastanza. Favole quali la conquista di Etain, Tàin Bò Cùailnge (la cattura del toro di Cooley), the Book of Leinster, the book of Dun Cow, the yellow book of Lecan (le tre massime fonti mitologiche gaeliche), novità sul maiale di Mac Da Thò sono saghe che raccontano di eroi popolari, di dei, come Maeve, divinità della guerra che visse tre volte, ricalcando le religioni scite e le strutture celesti degli inferi, riprese da tutte le altre religioni. Si ripete il tema della reincarnazione e della resurrezione.
    Gli Scotti migrarono in Galles, dove i loro discendenti furono chiamati “selvaggi” (gaelici) dalle tribù locali ed in Caledonia, a cui diedero il nome di Scozia, tra questi, sull’isola sacra di Iona approdò San Colombano (563 d.C.) che evangelizzò la regione assieme a dodici discepoli.
    Dunque la cultura celtica si interseca con il cristianesimo.
    Sia l’Irlanda che la Gallia furono sede di molti conventi, che in realtà erano comuni. La seconda, poi, fu patria di San Martino, vescovo di Tours, nonché della setta eretica pelagiana, che contrapponeva alla grazia divina, professata da S. Agostino, solo la capacità umana.
    L’Irlanda era la patria della chiesa celtica, che già esisteva prima dell’evangelizzazione della chiesa romana operata da San Patrizio e da Palladio. Questa fu importata dall’Aquitania che aveva frequenti commerci con l’isola verde, ricca di stagno. Nella chiesa celtica non c’era una struttura ed un’organizzazione, esistevano solo abati, la pastorale era semplice, i frati vivevano in luoghi appartati (isole, eremi.), lontano dai conventi, il simbolo più usato era la croce celtica, segno di rigenerazione, contenente al centro la ruota solare, imitando i druidi gli abati al posto della chierica usavano una rasatura da orecchio a orecchio, lasciando i capelli sulla nuca lunghi. La chiesa celtica adattò il modello cristiano all’amore per la natura, per la fantasia, per i luoghi fiabeschi. E’ evidente che, nonostante le dominazioni e le influenze, la filosofia dei Celti rimase incontaminata. In Irlanda, come in Scozia, non si annoverano martiri, segno che il modello cristiano fu accolto pacificamente. Tuttavia ci sono molti santi, nominati anche con la segnalazione degli anacoreti, uomini, che si distinguevano per la semplicità, il vigore, la mitezza.
    Ci furono notevoli dissidi tra chiesa celtica e chiesa romana: alle volte si rasentava la scomunica, come quando Fergal, vescovo di Salisburgo, credeva che sottoterra esistesse un mondo parallelo, in base al modello celtico.
    Lo scontro decisivo tra le due chiese fu nel 663 d.C. nel concilio di Whiotby. In questa sede il dissidio principale, preso a pretesto dalla chiesa romana, consisteva nella festa della Pasqua, che gli abati celtici festeggiavano tre giorni dopo le Palme, secondo la tradizione di Giovanni Evangelista. La chiesa di Pietro e Paolo uscì vincitrice.
    Tuttavia gli abati celtici continuano la loro evangelizzazione in Europa: Sangallo (Svizzera), Bobbio (Pavia), Francia, Salisburgo, Scozia, Inghilterra, Germania.
    Nel 410 d.C. i Sassoni, gli Angli e gli Juti, popoli germanici, occupano l’Inghilterra. I Britanni si ritirano in Cornovaglia, Galles (dove c’è il vallo di Olla), Bretagna e Scozia. Nel 440 Ambrogio Aureliano prende il potere e sconfigge i germani. Nel 491 compare il mito di Artù che, attraverso dodici battaglie, scaccia gli invasori. Dopo il 500 l’Inghilterra è di nuovo in mano ai germanici, che abbracciano la chiesa romana. L’Irlanda vivrà le invasioni vichinghe (793 d.C.) e comincia un periodo di migrazioni degli irlandesi verso l’Europa. Successivamente sarà la volta delle invasioni normanne, che importeranno l’amore per l’agricoltura e la pastorizia.
    Nel 1066 il duca Guglielmo di Normandia riprende l’Inghilterra e restaura la chiesa celtica, rinasce il mito del Graal e di Artù, che viene abbracciato anche dalla Francia, per puri scopi politici, in opposizione al domino della chiesa romana. Nel 1180 Chretien de Troyes scrive il Perceval, nel 1210 Wolfram von Eschenbach compone il Parsival.
    Il re Artù non sappiamo se sia esistito veramente. Sappiamo che richiama il dio celtico Artaios. Questo re si avvaleva del druida Merlino, il cui padre, secondo la tradizione, era Ambrogio Aureliano, a sua volta fratello di Uther. Da quest’ultimo nasce Artù che estrae la spada dalla roccia (caliburnus) e diventa signore di Camelot. Sposa Ginevra e fonda una tavola rotonda di 150 cavalieri. Con essi battè i Sassoni, i Pitti e gli Scotti. Suoi compagni sono:

    * Tristano, che innamorato di Isotta, andò in Francia dove morì;
    * Lancillotto, che circuì Ginevra;
    * Galvano, che si avventura sulle Orcadi, combattendo contro il cavaliere verde;
    * Galahad, figlio di Lancillotto, e Percivale che vanno alla ricerca del Graal.

    Artù, alla fine, accompagnato da alcune donne, si ritira su un’isola, da cui farà ritorno successivamente.
    Dunque, ci sono tutti gli elementi delle saghe celtiche: il re e il druida, che lo consiglia e guida; le riunioni assieme, rievocate dalla tavola rotonda; le sofferenze per l’amore, vissute da Tristano e Lancillotto; la lotta contro il nemico di Galvano, come Cù Chulainn, contro il drago; la rigenerazione, come quella di Artù, che fa ritorno da un’isola misteriosa, cioè muore e si rigenera.
    Siamo di fronte ad un eroe mitizzato, come è nella cultura celtica. Il Graal, poi, rappresenta le nature di Cristo: umana nel sangue e divina nell’acqua. Entrambe sono unite assieme dallo spirito. Questi sono i tre elementi raccontati da Giovanni, che era il più seguito dalla chiesa celtica. Chi possedeva il Graal, possedeva questi tre elementi. Di nuovo la fantasia serve ai Celti per superare le avversità della vita, che in questo caso erano rappresentate dai Germani.
    Tuttavia, come già detto, questa figura mitica fu strumentalizzata dai popoli invasori che volevano contrapporsi alla chiesa di Roma.

  • Celti: la società celtica

    Società

    Il tessuto sociale celtico si articolava su tre livelli: il druida, sommo sacerdote che presso i Galli aveva il nome di virgobrete (in realtà questo era più un magistrato), uomo di legge, di scienze esoteriche, indovino, conoscitore degli astri e della natura, medico, interprete dei sogni; il cavaliere, uomo di potere economico, politico e militare, la cui fonte di ricchezza era il bestiame (periodo hallstattiano) e l’industria ed il commercio (periodo lateniano); il popolo, composto da servitori. In realtà le decisioni più importanti spettavano al druida. Dunque chi aveva più cavalli (o in generale bestiame) oppure attività commerciali gestiva il potere economico ed era il re della tribù, cioè il capo dei cavalieri.
    Questa suddivisione dimostra come l’evoluzione dei popoli celtici andò assieme all’evoluzione del cavallo, animale di grande importanza e di ausilio per loro. Tutto ciò ci mostra come in effetti i Celti derivarono dagli Sciti e dunque dalla cultura dei Kurgan, che avevano la stessa considerazione per il cavallo, mezzo di sopravvivenza sia in pace che in guerra. Tra l’altro, gli Sciti avevano sostanzialmente la stessa struttura sociale.
    In particolare dopo il periodo lateniano, ogni comunità celtica si identificava in un gruppo economico: tutti vivevano per quella o quelle attività che gestiva un signore locale. Per questo motivo quando il cavaliere decideva di combattere, tutto il popolo si mobilitava, perché era in gioco la loro sopravvivenza; quando si decideva di migrare, tutti partivano. Nel corso degli anni i diversi gruppi economici si sono unificati, per esigenze commerciali e gestionali, dando vita così a tribù più estese e complesse. I clan scozzesi sono un’espressione di questi antichi raggruppamenti sociali. Anche le costruzioni dei villaggi venivano realizzate attorno a quella del cavaliere.
    La contrapposizione maggiore tra la cultura greco-romana e quella celtica consisteva nel fatto che mentre la prima si proponeva di conquistare la natura e di dominarla, conoscendo le sue leggi, la seconda preferiva conviverci, sentirsi parte integrante, conoscere il proprio destino per abbandonarsi ad esso. Nell’arte, dunque, non si ricerca la perfezione e la bellezza, ma l’emozione e la libertà.
    Nella società celtica il maschio era espressione di vigore e forza e viveva assieme ad altri maschi, fino a che non era tempo di avere figli, per cui si avvicinava alle donne, con cui avrebbe vissuto assieme, continuando comunque a frequentare comunità maschili. Le donne, a loro volta, vivevano in gruppi, separati dagli uomini dove allevavano i figli. Esse esprimevano il coraggio e la tenacia. Gli uomini avevano grande rispetto per loro e ad esse erano molto legate. La prova di ciò ci è data dalle regine della Britannia che hanno combattuto i Romani, come vedremo dopo. Addirittura si dice che in battaglia esse trasmettevano il coraggio ai guerrieri. Tale affermazione rientra in un discorso esoterico che riprenderemo nel prossimo paragrafo. Tuttavia, alcune di esse, di rango basso, potevano essere barattate con dei cavalli.
    Al largo della Bretagna esisteva un’isola abitata solo da donne che vi vivevano in comunità ed assunse un ruolo di sacralità.
    Gli uomini celtici amavano le feste, dove si raccoglievano assieme e raccontavano saghe e favole, i riti comunitari, dove, alle volte, compivano dei duelli mortali, prediligevano bere (vino, birra, whisky) e mangiare in particolare il maiale arrosto (il cavallo ed il toro erano impiegati per riti sacri). Secondo la tradizione, un buon celtico, oltre che un valente guerriero, doveva essere eloquente.
    Il guerriero celtico in battaglia si dipingeva il volto di vari colori, urlava sia perchè voleva spaventare il nemico, sia per esprimere il proprio vigore fisico, di cui era fiero. Amava radersi (i Britanni portavano anche i baffi) e viveva a contatto con la natura. Dunque, la struttura sociale dei Celti era molto semplice ed in essa nel corso degli anni e dello sviluppo economico si potè inserire anche la borghesia (età lateniana). La società celtica non ebbe modo di articolarsi, viste le contaminazioni romano – germaniche. Solo in Irlanda, dove potè svilupparsi in pieno, andò articolandosi su più livelli: re, druidi (filid), nobili inferiori, contadini (perché possessori di terra), bardi (ceto borghese, a cui era affidato il tramandare la tradizione), lavoratori ed artisti di intrattenimento. Questi ultimi due rappresentano classi sociali non libere. Più tardi, con l’avvento del cristianesimo, il druida diventa anacoreta ed assume un ruolo di consigliere nella chiesa celtica, che avrà dei contrasti con quella romana, sfociati in alcuni casi in eresia.

  • Diario della Rivoluzione Francese: 1799

    3 Gennaio 1799

    LA GUERRA:
    – Fallimento di un attacco dei francesi, condotto dal Generale Macdonald, contro Capua.


    4 Gennaio 1799 *** 15 Nevoso Anno VII

    LA GUERRA:
    – Le truppe del Direttorio conquistano Lucca.


    9 Gennaio 1799 *** 20 Nevoso Anno VII

    LA GUERRA:
    – Le truppe del Regno di Napoli, sbarcate il 28/11/1798, abbandonano Livorno.


    10 Gennaio 1799 *** 21 Nevoso Anno VII

    LA GUERRA:
    – Le truppe del Generale Championnet, dopo il fallito tentativo del Generale Macdonald, riescono a conquistare Capua.

    NAPOLI:
    – Insurrezione dei partigiani favorevoli alla Rivoluzione francese.


    23 Gennaio 1799 *** 4 Piovoso Anno VII

    LA GUERRA:
    – L’armata francese entra in Napoli.


    26 Gennaio 1799 *** 7 Piovoso Anno VII

    NAPOLI:
    – Proclamazione della Repubblica Partenopea.


    27 Gennaio 1799 *** 8 Piovoso Anno VII

    LA GUERRA:
    – Le truppe del Direttorio conquistano Ehrenbreitstein.


    1 Febbraio 1799 *** 13 Piovoso Anno VII

    LA GUERRA:
    – Il Generale Desaix batte le ultime truppe di Mamelucchi nei pressi di Assuan. La conquista dell’Alto Egitto e’ praticamente conclusa.


    3 Febbraio 1799 *** 15 Piovoso Anno VII

    NAPOLI:
    – Litigio tra i generali Championnet e Faipoult per assicurarsi il possesso ed il controllo dei fondi pubblici dell’ex regno.


    6 Febbraio 1799 *** 18 Piovoso Anno VII

    NAPOLI:
    – Il Generale Championnet, con un colpo di mano, espelle il Generale Faipoult dalla citta’.


    10 Febbraio 1799 *** 22 Piovoso Anno VII

    LA GUERRA:
    – Il Generale Bonaparte lascia il Cairo diretto verso la Siria.


    13 Febbraio 1799 *** 25 Piovoso Anno VII

    IL DIRETTORIO:
    – Dopo i fatti di Napoli e su denuncia del Generale Faipoult, viene dato ordine al Generale Championnet di rientrare a Parigi; il suo sostituto sara’ il Generale Macdonald.


    20 Febbraio 1799 *** 2 Ventoso Anno VII

    LA GUERRA:
    – Le truppe del Generale Bonaparte conquistano El-Arich.


    21 Febbraio 1799 *** 3 Ventoso Anno VII

    IL DIRETTORIO:
    – Nomina di Milet De Mureau al Ministero della Guerra al posto di Scherer, che sostituisce Joubert al comando dell’armata d’Italia.


    24 Febbraio 1799 *** 6 Ventoso Anno VII

    IL DIRETTORIO:
    – Decreto di arresto a carico del Generale Championnet, mentre si trova di passaggio a Milano, per rientrare a Parigi. L’accusa e’ di malversazione sui fondi pubblici dell’ex regno di Napoli.

    LA GUERRA:
    – Il Generale Jourdan, costituisce la nuova armata del Danubio e concentra le truppe francesi nell’imminenza di un nuovo passaggio del Reno.


    25 Febbraio 1799 *** 7 Ventoso Anno VII

    LA GUERRA:
    – Il Generale Bonaparte entra a Gaza, in Palestina.


    2 Marzo 1799 *** 12 Ventoso Anno VII

    LA GUERRA:
    – Il Generale Jourdan, al comando della nuova armata del Danubio, attraversa il Reno nella regione tra Bâle e Kehl.
    – Anche il Generale Bernadotte passa il Reno nei pressi di Spire.


    3 Marzo 1799 *** 13 Ventoso Anno VII

    LA GUERRA:
    – Capitolazione delle truppe francesi di Corfu, assediate dalla flotta russo-turca. Era l’ultima isola posseduta dai francesi nel Mare Ionio.


    4 Marzo 1799 *** 14 Ventoso Anno VII

    LA GUERRA:
    – Il Generale Bonaparte cinge d’assedio Jaffa.


    6 Marzo 1799 *** 16 Ventoso Anno VII

    LA GUERRA:
    – L’armata elvetica, comandata da Massena, attraversa il Reno e prende Coire.


    7 Marzo 1799 *** 17 Ventoso Anno VII

    LA GUERRA:
    – Il Generale Bonaparte conquista Jaffa.

    – L’armata francese in Palestina viene falciata da una epidemia di peste.


    9 Marzo 1799 *** 19 Ventoso Anno VII

    CALABRIA:
    – Moti di ribellione contro l’occupazione francese.


    12 Marzo 1799 *** 22 Ventoso Anno VII

    IL DIRETTORIO:
    – Nuova dichiarazione di guerra contro l’Austria e contro il Gran Ducato di Toscana.


    14 Marzo 1799 *** 24 Ventoso Anno VII

    LA GUERRA:
    – La flotta inglese si schiera al largo di San Giovanni d’Acri, in Palestina.


    19 Marzo 1799 *** 29 Ventoso Anno VII

    LA GUERRA:
    – Il Generale Bonaparte pone sotto assedio San Giovanni d’Acri.


    21 Marzo 1799 *** 1 Germinale Anno VII

    LA GUERRA:
    – Le truppe del Direttorio entrano nel Gran Ducato di Toscana.


    23 Marzo 1799 *** 3 Germinale Anno VII

    LA GUERRA:
    – Sconfitta del Generale Massena davanti a Feldkirch.


    25 Marzo 1799 *** 5 Germinale Anno VII

    LA GUERRA:
    – Sconfitta del Generale Jourdan a Stockach.


    27 Marzo 1799 *** 7 Germinale Anno VII

    LA GUERRA:
    – Le truppe austriache entrano nuovamente a Verona.


    1 Aprile 1799 *** 12 Germinale Anno VII

    LA GUERRA:
    – L’attacco a San Giovanni d’Acri, iniziato il 28 Marzo, si risolve in due gravi sconfitte per il Generale Bonaparte.


    3 Aprile 1799 *** 14 Germinale Anno VII

    LA GUERRA:
    – Il Generale Jourdan si dimette dal comando dell’armata del Danubio.


    5 Aprile 1799 *** 16 Germinale Anno VII

    LA GUERRA:
    – Le truppe del Direttorio vengono sconfitte dagli austriaci a Magnano.


    6 Aprile 1799 *** 17 Germinale Anno VII

    LA GUERRA:
    – L’armata del Danubio ripiega ad ovest del Reno.


    9 Aprile 1799 *** 20 Germinale Anno VII

    I CONSIGLI:
    – Inizio delle elezioni per sostituire il terzo dei deputati uscenti dal Consiglio dei 500 e dal consiglio degli Anziani.


    10 Aprile 1799 *** 21 Germinale Anno VII

    Dopo essere stato trasferito, come prigioniero, a Firenze, Parma e Torino, il papa Pio VI viene condotto in Francia, a Valence, dove morira’.


    12 Aprile 1799 *** 23 Germinale Anno VII

    IL DIRETTORIO:
    – Il Generale Massena viene nominato comandante dell’armata del Danubio; mantiene, nello stesso tempo, anche il comando dell’armata elvetica.


    14 Aprile 1799 *** 25 Germinale Anno VII

    LA GUERRA:
    – Le armate austriache comandate dal Generale Melas si congiungono, sul Mincio, con quelle russe condotte dal Generale Souvorov.


    16 Aprile 1799 *** 27 Germinale Anno VII

    LA GUERRA:
    – Vittoria del Generale Bonaparte contro i turchi nella battaglia di Monte Tabor. Intanto continua l’asssedio di San Giovanni d’Acri.


    17 Aprile 1799 *** 28 Germinale Anno VII

    LA GUERRA:
    – Le truppe francesi prendono possesso di Livorno.


    18 Aprile 1799 *** 29 Germinale Anno VII

    I CONSIGLI:
    – Terminate le elezioni per la sostituzione del terzo uscente dai Consigli. La compagine filo-governativa risulta sconfitta dall’estrema sinistra.


    21 Aprile 1799 *** 2 Floreale Anno VII

    IL DIRETTORIO:
    – Nomina del Generale Moreau alla testa dell’armata d’Italia, al posto di Scherer.


    24 Aprile 1799 *** 5 Floreale Anno VII

    LA GUERRA:
    – Terza sconfitta del Generale Bonaparte nella battaglia di San Giovanni d’Acri.


    27 Aprile 1799 *** 8 Floreale Anno VII

    LA GUERRA:
    – Il Generle russo Souvorov batte il Generale Moreau a Cassano.


    28 Aprile 1799 *** 9 Floreale Anno VII

    RASTADT:
    – Alcuni soldati austriaci ammazzano i plenipotenziari francesi presso la Dieta germanica: Roberjot e Bonnier.


    29 Aprile 1799 *** 10 Floreale Anno VII

    LA GUERRA:
    – Il Generale Souvorov e le truppe russe entrano in Milano.


    1 Maggio 1799 *** 12 Floreale Anno VII

    LA GUERRA:
    – Quarta sconfitta del Generale Bonaparte davanti a San Giovanni d’Acri.


    6 Maggio 1799 *** 17 Floreale Anno VII

    TOSCANA:
    – Insurrezione contro-rivoluzionaria ad Arezzo e dintorni.


    10 Maggio 1799 *** 21 Floreale Anno VII

    LA GUERRA:
    – Quinta sconfitta del Generale Bonaparte davanti a San Giovanni d’Acri.


    16 Maggio 1799 *** 27 Floreale Anno VII

    IL DIRETTORIO:
    – Il Direttore Reubell, eliminato dal sorteggio, viene sostituito da Sieyés.


    17 Maggio 1799 *** 28 Floreale Anno VII

    LA GUERRA:
    – Dopo una serie di pesanti sconfitte, il Generale Bonaparte toglie l’assedio a San Giovanni d’Acri.
    Il fatto che Bonaparte si sia tanto accanito contro la citta’ di Acri, sacrificando inutilmente centinaia di soldati, era dovuto ad un astio personale che Napoleone aveva nei confronti del comandante la piazza e ad un assurdo desiderio di rivalsa.
    Il comandante della piazzaforte era Antoine Le Picard de Phelippeaux che, a suo tempo, era stato condiscepolo del Bonaparte alla Scuola Militare di Brienne (dal 1779 al 1784). I due non avevano mai legato ed il Phelippeaux, brillante studente, aveva sovente preso in giro Bonaparte per i suoi scarsi profitti nello studio; lo giudicava un giovane irruente ma di poco cervello.
    Dopo l’inizio della Rivoluzione Phelippeaux era emigrato in Inghilterra e dopo qualche tempo aveva ottenuto il comando della piazzaforte di Acri che, grazie al suo genio militare, era stata dotata di formidabili difese.
    Comunque, difese a parte, Phelippeaux conosceva bene i lati deboli del suo avversario, solito a disordinati colpi di testa, facilmente prevedibili ed estremamente costosi in termini di vite umane, che Bonaparte, accecato dalle sue ambizioni, non teneva mai in gran conto.
    Ironia della sorte: Phelippeaux e’ morto qualche giorno prima che i francesi si ritirassero ma questo Bonaparte non lo sapeva!


    20 Maggio 1799 *** 1 Pratle Anno VII

    LA GUERRA:
    – Uno sbarco di truppe inglesi, nei pressi di Ostenda, viene respinto dalle truppe del Direttorio.


    24 Maggio 1799 *** 5 Pratile Anno VII

    NAPOLI:
    – I contadini del Regno di Napoli, insorti contro l’occupazione francese, cingono d’assedio la citta’. Si tratta di una iniziativa capeggiata dal cardinale Ruffo.


    26 Maggio 1799 *** 7 Pratile Anno VII

    LA GUERRA:
    – Le truppe austriache e quelle russe entrano in Torino.


    5 Giugno 1799 *** 17 Pratile Anno VII

    LA GUERRA:
    – Dopo una battaglia, dalle sorti incerte, contro gli austriaci, il Generale Massena abbandona Zurigo.


    16 Giugno 1799 *** 28 Pratile Anno VII

    Tensioni tra il Direttorio ed i Consigli dei Cinquecento e degli Anziani. I Consigli accusano i Direttori per la gravita’ della situazione militare e chiedono misure di salute pubblica.


    17 Giugno 1799 *** 29 Pratile Anno VII

    I CONSIGLI:
    – I due Consigli votano una “legge speciale” che invalida l’elezione del Direttore Treilhard, del 15/5/1798, per vizio di forma, ed elegge al suo posto un esponente della sinistra: Gohier.


    18 Giugno 1799 *** 30 Pratile Anno VII

    I CONSIGLI:
    – I due Consigli minacciano di mettere in stato di accusa i Direttori La Revellière-Lépeaux e Merlin De Douai che si dimettono. Barras, Sieyés ed il neo eletto Gohier se la cavano in quanto ritenuti “moderati”.


    19 Giugno 1799 *** 1 Messidoro Anno VII

    LA GUERRA:
    – Disfatta del Generale Macdonald davanti all’armata russa di Souvorov.
    – Capitolazione della guarnigione francese di Napoli, assediata dai contadini, insorti il 24 Maggio.

    I CONSIGLI:
    – Ducos viene eletto Direttore in sostituzione di Merlin De Douai.


    20 Giugno 1799 *** 2 Messidoro Anno VII

    I CONSIGLI:
    – Moulin viene eletto Direttore al posto di La Revellière-Lépeaux.


    23 Giugno 1799 *** 5 Messidoro Anno VII

    IL DIRETTORIO:
    – Nomina di Quinette al Ministero dell’Interno al posto di Neufchâteau.
    – Nomina di Bourguignon al Ministero della Polizia Generale al posto di Duval.


    28 Giugno 1799 *** 10 Messidoro Anno VII

    IL DIRETTORIO:
    – Emissione di un prestito forzoso, a carico dei cittadini piu’ ricchi e facoltosi, per equipaggiare nuove truppe.

    TOSCANA:
    – I contadini insorti contro i francesi occupano Siena e massacrano i partigiani sostenitori della Rivoluzione.


    2 Luglio 1799 *** 14 Messidoro Anno VII

    IL DIRETTORIO:
    – Nomina di Bourdon De Vatry al Ministero della Marina al posto di Bruix.
    – Nomina di Bernadotte al Ministero della Guerra al posto di Milet De Mureau.


    5 Luglio 1799 *** 17 Messidoro Anno VII

    IL DIRETTORIO:
    – Nomina di Joubert al comando dell’armata d’Italia e di Championnet al comando dell’armata delle Alpi. Quest’ultimo e’ stato processato e scagionato dalle accuse a suo carico, formulate in Febbraio.


    6 Luglio 1799 *** 18 Messidoro Anno VII

    Rinasce il Club dei Giacobini nella sede del Maneggio. Si chiama Riunione degli Amici della Liberta’ e dell’Uguaglianza.


    7 Luglio 1799 *** 19 Messidoro Anno VII

    FIRENZE:
    – I gruppi contro-rivoluzionari toscani conquistano la citta’.


    12 Luglio 1799 *** 24 Messidoro Anno VII

    I CONSIGLI:
    – Voto della legge sugli “ostaggi” che istituisce delle liste di possibili ostaggi antisommossa, in ciascun dipartimento.

    – I Consigli mettono in stato di accusa alcuni precedenti Direttori:
    . Revellière-Lépeaux
    . Merlin De Douai
    . Reubell
    . Treilhard
    . Scherer
    Gli ostaggi erano una misura preventiva per contenere eventuali disordini di stampo monarchico. Le liste erano compilate con nominativi di nobili e di parenti di nobili emigrati. Per ogni patriota repubblicano assassinato era prevista la deportazione di quattro ostaggi.


    14 Luglio 1799 *** 26 Messidoro Anno VII

    Il Generale Jourdan, durante le celebrazioni del 14 Luglio, brinda alla resurrezione delle picche giacobine. Sieyés (che aveva cercato di vietare la manifestazione) e’ di parere contrario ed interviene contro l’estremismo giacobino.


    17 Luglio 1799 *** 29 Messidoro Anno VII

    LA GUERRA:
    – Una armata turca, trasportata dalla flotta inglese, conquista Aboukir.


    20 Luglio 1799 *** 2 Termidoro Anno VII

    IL DIRETTORIO:
    – Rotazione dei ministri:
    . Cambacèrés sostituisce Lambrechts al Ministero della Giustizia
    . Reinhard sostituisce Talleyrand al Ministero delle Relazioni Esterne
    . Lindet sostituisce Ramel al Ministero delle Finanze
    . Fouché sostituisce Bourguignon al Ministero Della Polizia Generale.


    25 Luglio 1799 *** 7 Termidoro Anno VII

    LA GUERRA:
    – Il Generale Bonaparte sbaraglia l’armata turca e riconquista Aboukir.


    30 Luglio 1799 *** 12 Termidoro Anno VII

    LA GUERRA:
    – La guarnigione francese di Mantova si arrende.


    6 Agosto 1799 *** 19 Termidoro Anno VII

    Gruppi di contro-rivoluzionari monarchici conquistano Muret, presso Tolosa.
    Rivolta monarchica anche a Bordeaux.


    13 Agosto 1799 *** 26 Termidoro Anno VII

    Il Club giacobino, aperto al Maneggio il 6 Luglio, viene chiuso su richiesta di Sieyés.


    14 Agosto 1799 *** 27 Termidoro Anno VII

    TOLOSA:
    – Le truppe del Direttorio riconquistano Muret.


    15 Agosto 1799 *** 28 Termidoro Anno VII

    LA GUERRA:
    – Il Generale Joubert viene sconfitto ed ucciso in battaglia a Novi Ligure.


    18 Agosto 1799 *** 1 Fruttidoro Anno VII

    I CONSIGLI:
    – La richiesta di messa in stato di accusa, formulata il 12 Luglio a carico dei Direttori:
    . La Revellière-Lépeaux
    . Merlin De Douai
    . Reubel
    . Treilhard
    . Scherer
    viene respinta, di stretta misura, con 217 voti contro 214.


    20 Agosto 1799 *** 3 Fruttidoro Anno VII

    MONTREJEAU:
    – Disfatta degli insorti monarchici del sud-ovest.


    22 Agosto 1799 *** 5 Fruttidoro Anno VII

    Il Generale Bonaparte lascia l’Egitto a bordo della fregata La Muiron. Prima di partire ha nominato, come suo successore per la campagna d’Egitto, il Generale Kleber.
    Si e’ trattato, senza mezzi termini, di una fuga, di un imbarco clandestino, lasciando ad altri la pesante responsabilita’ della Campagna d’Egitto, che ormai era diventata una vera e propria palla al piede per le ambizioni del generale.


    27 Agosto 1799 *** 10 Fruttidoro Anno VII

    LA GUERRA:
    – Sbarco di una armata inglese presso lo Helder, alla quale si congiunge una armata russa.


    29 Agosto 1799 *** 12 Fruttidoro Anno VII

    Il papa Pio VI muore a Valence.

    Il Generale Championnet viene nuovamente nominato comandante dell’armata d’Italia.


    4 Settembre 1799 *** 18 Fruttidoro Anno VII

    LA GUERRA:
    – Il Generale Brune marcia su Alkmaar per contrastare l’armata anglo-russa dello Helder.


    8 Settembre 1799 *** 22 Fruttidoro Anno VII

    LA GUERRA:
    – Il Generale Championnet conquista Susa.


    10 Settembre 1799 *** 24 Fruttidoro Anno VII

    LA GUERRA:
    – Sconfitta del Generale Brune contro l’armata anglo-russa.


    13 Settembre 1799 *** 27 Fruttidoro Anno VII

    I CONSIGLI:
    – Il Generale Jourdan chiede al Consiglio dei Cinquecento di dichiarare la patria in pericolo.


    14 Settembre 1799 *** 28 Fruttidoro Anno VII

    I CONSIGLI:
    – Il Consiglio dei Cinquecento si rifiuta di proclamare la patria in pericolo.

    IL DIRETTORIO:
    – Bernadotte e’ costretto a dimettersi dal Ministero della Guerra perche’ accusato da Sieyés di preparare un colpo di stato filo-giacobino. Viene sostituito da Dubois-Crancé.


    15 Settembre 1799 *** 29 Fruttidoro Anno VII

    LA VANDEA:
    – Riunione dei capi vandeani Autichamp, Bourmont e Cadoudal per preparare una nuova sollevazione contro-rivoluzionaria.


    19 Settembre 1799 *** 3 Complementare Anno VII

    LA GUERRA:
    – Vittoria del Generale Brune a Bergen, contro l’armata anglo-russa.


    23 Settembre 1799 *** 1 Vendemmiaio Anno VIII

    LA VANDEA:
    – Sbarco di Frotté in Normandia per dirigere la nuova insurrezione monarchica.


    26 Settembre 1799 *** 4 Vendemmiaio Anno VIII

    LA GUERRA:
    – Vittoria del Generale Massena a Zurigo contro l’armata russa di Korsakov.


    2 Ottobre 1799 *** 10 Vendemmiaio Anno VIII

    LA GUERRA:
    – Sconfitta del Generale Brune che abbandona Alkmaar.


    6 Ottobre 1799 *** 14 Vendemmiaio Anno VIII

    LA GUERRA:
    – Vittoria del Generale Brune a Castricum, contro l’armata anglo-russa.


    14 Ottobre 1799 *** 22 Vendemmiaio Anno VIII

    La situazione politica va ormai lentamente evolvendo verso la dittatura. Il generale Moreau rifiuta, per il momento, di partecipare ad un colpo di stato proposto da Sieyés.

    LA VANDEA:
    – Gli insorti, comandati da Bourmont, conquistano il territorio di Le Mans.


    16 Ottobre 1799 *** 24 Vendemmiaio Anno VIII

    Il Generale Bonaparte arriva a Parigi. L’Egitto e’ lontano, le comunicazioni lente e quindi il suo prestigio non e’ stato intaccato dalle sconfitte che ha dovuto subire.


    17 Ottobre 1799 *** 25 Vendemmiaio Anno VIII

    LA VANDEA:
    – Gli insorti, comandati da Bourmont abbandonano Le Mans.


    18 Ottobre 1799 *** 26 Vendemmiaio Anno VIII

    LA GUERRA:
    – Firma, ad Alkmaar, di un accordo che prevede l’evacuazione dell’armata anglo-russa.


    19 Ottobre 1799 *** 27 Vendemmiaio Anno VIII

    LA VANDEA:
    – I ribelli, comandati da Andigné e da Châtillon, conquistano Nantes.


    23 Ottobre 1799 *** 1 Brumaio Anno VIII

    I CONSIGLI:
    – Luciano Bonaparte, fratello di Napoleone, viene eletto presidente del Consiglio dei Cinquecento. E’ la prima mossa verso il colpo di stato che portera’ alla dittatura del Consolato.

    LA GUERRA:
    – Dopo l’accordo di Alkmaar, del 18 Ottobre, lo Zar Paolo I richiama le truppe russe.


    26 Ottobre 1799 *** 4 Brumaio Anno VIII

    LA VANDEA:
    – I ribelli conquistano Saint-Brieuc ma vengono sconfitti a Vannes.


    27 Ottobre 1799 *** 5 Brumaio Anno VIII

    LA VANDEA:
    – I ribelli sconfitti a Vire abbandonano anche Saint-Brieuc.


    29 Ottobre 1799 *** 7 Brumaio Anno VIII

    LA VANDEA:
    – I ribelli vengono sconfitti a Cholet. L’insurrezione vandeana si sta nuovamente spegnendo.


    1 Novembre 1799 *** 10 Brumaio Anno VIII

    Contatti tra Sieyés ed il Generale Bonaparte; accordi in vista per l’imminente colpo di stato.


    3 Novembre 1799 *** 12 Brumaio Anno VIII

    Contatti tra Fouché, Ministro della Polizia Generale, ed il Generale Bonaparte. Fouché si impegna a non interferire nello svolgimento del colpo di stato che si sta progettando.


    7 Novembre 1799 *** 16 Brumaio Anno VIII

    I rappresentanti del popolo (Consigli) offrono ai Generali Bonaparte e Moreau un grandioso banchetto, nel Tempio della Vittoria (ex chiesa di Saint-Sulpice), con 750 convitati.

    Il Generale Jourdan propone a Bonaparte di effettuare un colpo di stato a favore della sinistra giacobina ma questi si rifiuta. I suoi disegni sono ben altri: tra due giorni prendera’ il potere!


    8 Novembre 1799 *** 17 Brumaio Anno VIII

    Nel corso di un banchetto, offerto dal deputato Cambacérès a Bonaparte, vengono definiti importanti dettagli per l’esecuzione del colpo di stato.


    9 Novembre 1799 *** 18 Brumaio Anno VIII

    ATTUAZIONE DEL COLPO DI STATO – Atto I:
    – Il Consiglio degli Anziani denuncia un complotto terrorista e propone di trasferire, per sicurezza, i due Consigli a Saint-Cloud.
    – Bonaparte assume il comando delle truppe stanziate a Parigi.
    – I Direttori Barras, Ducos e Sieyés si dimettono dalla loro carica al Direttorio.
    – Moreau dispone una stretta sorveglianza a carico degli altri due Direttori Gohier e Moulin.


    10 Novembre 1799 *** 19 Brumaio Anno VIII

    ATTUAZIONE DEL COLPO DI STATO – Atto II:
    – Nella notte i Consigli si sono rifugiati nel castello di Saint-Cloud.
    – Il Consiglio dei Cinquecento si oppone alla abrogazione della Costituzione dell’Anno III, sollecitata da Bonaparte e cerca di metterlo in stato d’accusa ma:
    – Luciano Bonaparte, presidente del Consiglio dei Cinquecento, toglie brutalmente la seduta, prima che il Consiglio abbia il tempo di dichiarare Bonaparte fuori legge.
    – Le truppe di Parigi, al comando di Bonaparte, cacciano i deputati dall’aula.
    – Due commissioni “ad hoc” eleggono tre consoli provvisori:
    . Bonaparte
    . Sieyés
    . Roger-Ducos.
    Non e’ mai stato chiaro come siano andate veramente le cose. Bonaparte asserisce che, durante la seduta, qualcuno ha tentato di pugnalarlo e che deve la sua salvezza al tempestivo intervento delle truppe(?)


    11 Novembre 1799 *** 20 Brumaio Anno VIII

    I CONSOLI:
    – i tre Consoli diventano operativi e nominano ministri alcuni uomini di fiducia:
    . Berthier alla Guerra
    . Gaudin alle Finanze
    . Fouché alla Polizia Generale
    . Cambacérès alla Giustizia.


    12 Novemnre 1799 *** 21 Brumaio Anno VIII

    I CONSOLI:
    – Nomina di altri ministri:
    . Laplace agli Interni
    . Bourdon alla Marina.


    22 Novembre 1799 *** 1 Glaciale Anno VIII

    I CONSOLI:
    – Nomina di altri Ministri:
    . Talleyrand alle Relazioni Esterne
    . Forfait alla Marina in sostituzione di Bourdon.


    1 Dicembre 1799 *** 10 Glaciale Anno VIII

    I CONSOLI:
    – Bonaparte rifiuta un progetto di nuova Costituzione preparato da Sieyés.


    12 Dicembre 1799 *** 21 Glaciale Anno VIII

    Adozione di un progetto di Costituzione, preparato da Daunou, ed elezione definitiva dei tre consoli:
    . Primo Console: Napoleone Bonaparte
    . Secondo Console: Jean-Jacques Cambacérès
    . Terzo Console: Charles-Françoise Lebrun.


    15 Dicembre 1799 *** 24 Glaciale Anno VIII

    Promulgazione della nuova Costituzione detta Costituzione dell’Anno VIII e debutto “ufficiale” del CONSOLATO.
    La via di Napoleone Bonaparte, verso il potere assoluto, e’ ormai aperta. Diverra’, ben presto, Console a vita e, in pochissimi anni, Imperatore. La Rivoluzione del 1789 sembra essersi ripiegata su se stessa ma, in effetti, nulla sara’ piu’ come prima.
    Bonaparte riuscira’, per qualche anno, ad imbrigliare il bisogno di violenza maturato dai francesi e lo fara’ sfogare nella ricerca di una effimera gloria sui campi di battaglia di tutta Europa.
    Malgrado la meteora di Napoleone e la Restaurazione, l’onda lunga della Rivoluzione fara’ ancora sentire i suoi effetti in piu’ occasioni, dalla Commune del 1871 sino ai giorni nostri.

  • Diario della Rivoluzione Francese: 1798

    3 Gennaio 1798 *** 14 Nevoso Anno VI

    MULHOUSE:
    – Gli abitanti votano a favore di una riunificazione alla Francia.



    5 Gennaio 1798 *** 16 Nevoso Anno VI

    I CONSIGLI:
    – Legge che prevede un prestito di 80 milioni di franchi per la preparazione di uno sbarco in Inghilterra.



    11 Gennaio 1798 *** 22 Nevoso Anno VI

    IL DRETTORIO:
    – In seguito all’assassinio del Generale Duphot, viene ordinato al Generale Berthier, comandante dell’armata d’Italia, di impadronirsi di Roma.



    12 Gennaio 1798 *** 23 Nevoso Anno VI

    IL DIRETTORIO:
    – Bonaparte espone un piano per invadere l’Inghilterra.



    15 Gennaio 1798 *** 26 Nevoso Anno VI

    VAUD:
    – Insurrezione degli abitanti del paese, favorevoli alla Rivoluzione, contro il governo di Berna.



    18 Gennaio 1798 *** 29 Nevoso Anno VI

    I CONSIGLI:
    – Emanata una legge che autorizza la cattura di tutte le navi, anche di paesi neutrali, che trasportino prodotti inglesi.

    LA GUERRA:
    – Gli austriaci occupano Venezia, secondo quanto previsto dal Trattato di Campoformio.(971017)



    24 Gennaio 1798 *** 5 Piovoso Anno VI

    VAUD:
    – A Losanna viene proclamata l’indipendenza del paese di Vaud e la rottura di tutti i rapporti con il governo di Berna.



    26 Gennaio 1798 *** 7 Piovoso Anno VI

    LA GUERRA:
    – Le truppe del Direttorio intervengono contro quelle di Berna, in soccorso degli insorti del paese di Vaud.



    27 Gennaio 1798 *** 8 Piovoso Anno VI

    Il Generale Brune viene nominato comandante delle forze francesi in Svizzera.



    28 Gennaio 1798 *** 9 Piovoso Anno VI

    MULHOUSE:
    – La citta’ si riunisce alla Francia.



    11 Febbraio 1798 *** 23 Piovoso Anno VI

    LA GUERRA:
    – Le truppe del Generale Berthier occupano cio’ che resta dello Stato Pontificio ed entrano in Roma.



    13 Febbraio 1798 *** 25 Piovoso Anno VI

    IL DIRETTORIO:
    – Per tema di una possibile vittoria giacobina alle prossime elezioni di Aprile, il Direttorio sostituisce Sotin con Dondeau al Ministero di Polizia Generale.



    14 Febbraio 1798 *** 26 Piovoso Anno VI

    IL DIRETTORIO:
    Talleyrand fa pervenire una nuova memoria nella quale auspica la conquista dell’Egitto. Talleyrand non ha mai creduto in una possibilita’ di successo di una invasione dell’Inghilterra.

    LA GUERRA:
    – Ordine del Direttorio al Generale Brune di impadronirsi di Berna.



    15 Febbraio 1798 *** 27 Piovoso Anno VI

    ROMA:
    – Il Generale Berthier proclama la Repubblica Romana. Il papa viene imprigionato e trasferito a Firenze.



    23 Febbraio 1798 *** 5 Ventoso Anno VI

    IL DIRETTORIO:
    – Bonaparte consegna un rapporto nel quale suggerisce di abbandonare il progetto di invasione dell’Inghilterra a favore di una spedizione in Egitto. I consigli di Talleyrand sono stati ascoltati.



    2 Marzo 1798 *** 12 Ventoso Anno VI

    LA GUERRA:
    – Le forze del Direttorio conquistano Friburgo e Soleure.



    5 Marzo 1798 *** 15 Ventoso Anno VI

    IL DIRETTORIO:
    – Approvato il progetto di spedizione in Egitto; l’esecuzione e’ affidata al Generale Bonaparte.



    6 Marzo 1798 *** 16 Ventoso Anno VI

    LA GUERRA:
    – Le truppe del Direttorio conquistano Berna.



    9 Marzo 1798 *** 19 Ventoso Anno VI

    La Dieta degli stati germanici, riunita a Rastadt, accetta l’annessione della riva sinistra del Reno alla Francia, come era stato stabilito con l’Austria il 17/10/1797.



    22 Marzo 1798 *** 2 Germinale Anno VI

    AARAU:
    – Il Generale Brune convoca una assemblea allo scopo di ottenere la proclamazione di una Repubblica Elvetica.



    27 Marzo 1798 *** 7 Germinale Anno VI

    Il Generale Brune cede il comando dell’armata elvetica a Schauenburg e prende il comando dell’armata d’Italia al posto di Berthier.



    29 Marzo 1798 *** 9 Germinale Anno VI

    LA GUERRA:
    – La flotta francese dell’Adriatico, al comando dell’ammiraglio Brueys, giunge a Tolone.



    4 Aprile 1798 *** 15 Germinale Anno VI

    RASTADT:
    – La Dieta degli Stati Germanici ha deciso la secolarizzazione degli antichi principati ecclesiastici. Naturale conseguenza della sparizione dell’autorita’ papale.



    9 Aprile 1798 *** 20 Germinale Anno VI

    I CONSIGLI:
    – Iniziano le elezioni di un terzo dei deputati uscenti dal Consigio dei Cinquecento e dal Consiglio degli Anziani.



    12 Aprile 1798 *** 23 Germinale Anno VI

    AARAU:
    – Promulgazione di una Costituzione Unitaria per la Repubblica Elvetica.



    18 Aprile 1798 *** 29 Germinale Anno VI

    I CONSIGLI:
    – Termine delle elezioni per il terzo di deputati uscenti dai Consigli dei 500 e degli Anziani.



    21 Aprile 1798 *** 2 Floreale Anno VI

    AARAU:
    – Proclamazione di una Repubblica Elvetica una ed indivisibile.



    26 Aprile 1798 *** 7 Floreale Anno VI

    Con un trattato stipulato a Ginevra la Repubblica Elvetica viene annessa a quella francese.



    27 Aprile 1798 *** 8 Floreale Anno VI

    IL DIRETTORIO:
    – Nomina dell’ammiraglio Bruix al Ministero della Marina al posto di Pléville Le Pelley.



    2 Maggio 1798 *** 13 Floreale Anno VI

    LA GUERRA:
    – Vittoria delle truppe del Direttorio a Morgarten, contro gli svizzeri contrari alle politiche della Rivoluzione francese.



    4 Maggio 1798 *** 15 Floreale Anno VI

    LA GUERRA:
    – Il Generale Bonaparte parte per Tolone, per dare inizio alla campagna d’Egitto.
    La campagna d’Egitto e’ stata spacciata come una guerra di liberazione degli egiziani dalla dominazione turca. In realta’ aveva solo il compito di destabilizzare il decrepito Impero Ottomano, nella speranza di spartirne i resti.
    La spedizione e’ stata finanziata con il tesoro di Berna.



    7 Maggio 1798 *** 18 Floreale Anno VI

    I CONSIGLI:
    – Rapporto di Bailleul al Consiglio dei Cinquecento su presunte irregolarita’ elettorali e richiesta di esclusione degli eletti di estrema sinistra. Tira aria di colpo di stato come il 1/7/1797.



    8 Maggio 1798 *** 19 Floreale Anno VI

    I CONSIGLI:
    – Il Consiglio dei Cinquecento accetta le richieste di Bailleul.



    11 Maggio 1798 *** 22 Floreale Anno VI

    I CONSIGLI:
    – Il Consiglio degli Anziani si allinea con il Consiglio dei Cinquecento ed accetta l’invalidazione delle elezioni di 106 deputati giacobini. Si tratta di un altro colpo di stato che verra’ ricordato come il Colpo di stato del 22 Floreale.



    15 Maggio 1798 *** 26 Floreale Anno VI

    I CONSIGLI:
    – Treilhard viene eletto Direttore al posto di Neufchâteau eliminato dal sorteggio.



    16 Maggio 1798 *** 27 Floreale Anno VI

    IL DIRETTORIO:
    Lecarlier viene nominato Ministro della Polizia Generale in sostituzione di Dondeau.



    17 Maggio 1798 *** 28 Floreale Anno VI

    LA GUERRA:
    – Le truppe del Direttorio conquistano Sion ed il Valais.



    18 Maggio 1798 *** 29 Floreale Anno VI

    I CONSIGLI:
    – Il Consiglio dei Cinquecento convalida la nomina di Luciano Bonaparte, che era stato eletto come deputato nel dipartimento di Liamone, senza averne l’eta’ legale.



    19 Maggio 1798 *** 30 Floreale Anno VI

    LA GUERRA:
    – Il Generale Bonaparte di imbarca a Tolone. Inizia la campagna d’Egitto.
    L’armata era composta da 35.000 uomini imbarcati su 200 navi. Tra i partecipanti alla spedizione si contavano anche:
    .21 Matematici
    . 3 Astronomi
    .17 Ingenieri civili
    .13 Naturalisti
    .13 Geografi
    . 4 Architetti
    . 8 Disegnatori
    .10 Maestri Meccanici
    .15 Interpreti
    .22 Stampatori



    23 Maggio 1798 *** 4 Pratile Anno VI

    Inizio intempestivo di una insurrezione irlandese contro gli inglesi. Gli irlandesi avevano creduto che la flotta di Bonaparte si dirigesse verso l’Irlanda.
    Teste calde gli irlandesi. Dopo la disavventura del Dicembre 1796 un po’ di prudenza non avrebbe guastato.



    11 Giugno 1798 *** 23 Pratile Anno VI

    LA GUERRA:
    – Il Generale Bonaparte occupa l’isola di Malta.



    17 Giugno 1798 *** 29 Pratile Anno VI

    IL DIRETTORIO:
    – Nomina di Neufchâteau al Ministero degli Interni al posto di Letourneur.



    28 Giugno 1798 *** 10 Messidoro Anno VI

    LA GUERRA:
    – L’Ammiraglio Nelson giunge con la flotta ad Alessandria d’Egitto. Non vedendo traccia della flotta francese fa rotta verso ovest.



    2 Luglio 1798 *** 14 Messidoro Anno VI

    LA GUERRA:
    – Il Generale Bonaparte giunto ad Alessandria d’Egitto, dall’isola di Malta, e trovando la piazza sguarnita occupa la citta’.



    10 Luglio 1798 *** 22 Messidoro Anno VI

    LA GUERRA:
    – Il Generale Bonaparte si dirige verso Il Cairo. Vittoria sui Mamelucchi ad El-Ramanyeh.
    Mamelucchi: truppe regolari turche del Sultanato Ottomano, al quale l’Egitto apparteneva.

    La marcia verso il Cairo attraverso il deserto di Damanhour e’ stata una iniziativa disastrosa. La spedizione e’ avvenuta nel periodo piu’ caldo dell’anno con una truppa equipaggiata con vestiario pesante, con cibo scarso e senza acqua. Molti soldati, impazziti per il caldo, si sono suicidati. Sulla pista desertica che congiunge Alessandria al Cairo, nel periodo estivo, si registrano punte di 55-60 gradi all’ombra.



    13 Luglio 1798 *** 25 Messidoro Anno VI

    LA GUERRA:
    – Nuova vittoria di Bonaparte sui Mamelucchi a Chebreis.



    14 Luglio 1798 *** 26 Messidoro Anno VI

    L’esercito inglese mette fine all’insurrezione in Irlanda iniziata, per sbaglio, il 23 Maggio.



    20 Luglio 1798 *** 2 Termidoro Anno VI

    LA GUERRA:
    – Nelson e la flotta inglese giungono a Siracusa nella vana ricerca della imprendibile flotta francese.



    24 Luglio 1798 *** 6 Termidoro Anno VI

    LA GUERRA:
    – Dopo una decisiva vittoria di Bonaparte, contro i Mamelucchi alle Piramidi, il Generale occupa la citta’ del Cairo.



    25 Luglio 1798 *** 7 Termidoro Anno VI

    LA GUERRA:
    – Nelson ci ripensa (o ha una intuizione?) e parte da Siracusa con la flotta, verso l’Egitto.



    28 Luglio 1798 *** 10 Termidoro Anno VI

    PARIGI:
    – Nell’anniversario della morte di Robespierre, vengono fatte sfilare per la citta’ le casse che contengono i tesori d’arte, predati da Bonaparte durante la campagna d’Italia. La folla canta: “Rome n’est plus dans Rome / Elle est toute a Paris”.



    1 Agosto 1798 *** 14 Termidoro Anno VI

    LA GUERRA:
    – Giunto in Egitto, ed intercettata la flotta francese davanti ad Aboukir, Nelson la cola a picco.
    Deve essere stata una cosa allucinante; come sparare dentro una piccionaia. Le 200 imbarcazioni francesi, colte di sorpresa mentre erano ancorate alla fonda, dopo 18 ore consecutive di bombardamento, si erano ridotte a soli 4 vascelli superstiti.
    Per questa impresa Nelson e’ stato nominato Barone.

    A questo punto il Generale Bonaparte si trova prigioniero della sua stessa conquista.



    6 Agosto 1798 *** 19 Termidoro Anno VI

    Parte, da Rochefort-sur-Mer, una flotta francese che trasporta un corpo di spedizione, comandato dal Generale Humbert, per correre in aiuto della insurrezione irlandese, che ormai e’ stata annientata.



    18 Agosto 1798 *** 1 Fruttidoro Anno VI

    LA GUERRA:
    – Insurrezione dei Cantoni di Uri, Schwiz e Unterwald contro la presenza delle truppe francesi.



    19 Agosto 1798 *** 2 Fruttidoro Anno VI

    Trattato di alleanza tra la Francia e la Repubblica Elvetica che ribadisce lo stato di soggezione della Svizzera verso la Repubblica Francese.



    20 Agosto 1798 *** 3 Fruttidoro Anno VI

    LA GUERRA:
    – Disfatta dei Cantoni svizzeri che si erano sollevati il 18 Agosto.



    22 Agosto 1798 *** 5 Fruttidoro Anno VI

    Il Generale Bonaparte fonda l’Istituto Nazionale delle Scienze e delle Arti d’Egitto.

    LA GUERRA:
    – Sbarco del corpo di spedizione francese a Killala, nel nord-ovest dell’Irlanda.
    Il Generale Bonaparte fa buon viso a cattivo gioco. Essendo impossibilitato ad andarsene, cerca di organizzare il paese al meglio, in vista di un lungo soggiorno.



    24 Agosto 1798 *** 7 Fruttidoro Anno VI

    LA GUERRA:
    – Il Generale Humbert batte le truppe inglesi a Balayna.



    25 Agosto 1798 *** 8 Fruttidoro Anno VI

    LA GUERRA:
    – Il luogotenente Desaix si dirige verso l’Alto Egitto dove si sono rifugiati residui gruppi di Mamelucchi.



    27 Agosto 1798 *** 10 Fruttidoro Anno VI

    LA GUERRA:
    – Il Generale Humbert batte gli inglesi a Castlebar e proclama la Repubblica Irlandese.



    2 Settembre 1798 *** 16 Fruttidoro Anno VI

    MASSICCIO CENTRALE:
    Repressione di una grande rivolta monarchica e arresto dei capi: Allier ed il Marchese di Surville.

    MALTA:
    Gli abitanti dell’isola si rivoltano contro gli occupanti francesi che sono costretti ad asseragliarsi nella fortezza di La Valletta.



    4 Settembre 1798 *** 18 Fruttidoro Anno VI

    IL CAIRO:
    – Il Generale Bonaparte promuove una Assemblea di Notabili Egiziani: Il Divano Generale.



    5 Settembre 1798 *** 19 Fruttidoro Anno VI

    I CONSIGLI:
    – Promulgazione della legge Jourdan che rende obbligatorio il servizio militare per tutti gli uomini, tra i venti ed i venticinque anni.



    8 Settembre 1798 *** 22 Fruttidoro Anno VI

    LA GUERRA:
    – L’armata del Generale Humbert viene accerchiata dagli inglesi a Ballynamuck.



    9 Settembre 1798 *** 23 Fruttidoro Anno VI

    LA GUERRA:
    – In conseguenza dei fatti d’Egitto, la Turchia dichiara guerra alla Francia.



    15 Settembre 1798 *** 29 Fruttidoro Anno VI

    LA GUERRA:
    – Il Generale Humbert si arrende agli inglesi, in Irlanda.



    16 Settembre 1798 *** 30 Fruttidoro Anno VI

    LA GUERRA:
    – Parte da Brest un secondo corpo di spedizione destinato all’Irlanda.



    19 Settembre 1798 *** 3 Complementare Anno VI

    PARIGI:
    – Inaugurazione della Prima Esposizione dell’Industria Francese. Il Campo di Marte e’ stato particolarmente attrezzato con la costruzione di 68 portici contenenti centinaia di padiglioni espositivi.
    Questo rilancio dell’industria e’ in buona parte dovuto al processo di deflazione in corso nel paese. Assegnati e Mandati Territoriali stanno diventando un ricordo.
    Il nuovo sistema di monetazione metallica e’ stato reso possibile dalla enorme quantita’ d’argento prelevato dalle chiese e dal bottino in oro conquistato durante la Campagna d’Italia.
    Gli ultimi mandati sono stati convertiti sulla base di 100 lire per 20 nuovi soldi metallici.



    24 Settembre 1798 *** 3 Vendemmiaio Anno VII

    I CONSIGLI:
    – Nuova Legge che richiama alle armi 200.000 uomini. Solo un terzo di essi si presentera’ alla chiamata.
    Necessita’ impellente quella della coscrizione. La coalizione nemica poteva allineare in campo da 300.000 sino a 600.000 uomini mentre, in quel momento, la Francia non ne disponeva piu’ di 170.000.



    7 Ottobre 1798 *** 16 Vendemmiaio Anno VII

    LA GUERRA:
    – Vittoria del luogotenente Desaix sui Mamelucchi, nell’Alto Egitto.



    8 Ottobre 1798 *** 17 Vendemmiaio Anno VII

    Neufchâteau, Ministro degli Interni, crea il Consiglio Superiore per l’Istruzione Pubblica.



    11 Ottobre 1798 *** 20 Vendemmiaio Anno VII

    LA GUERRA:
    – Grandioso disastro navale del corpo di spedizione francese nella baia di Donegal (980916). Sei navi su otto sono catturate dalla flotta inglese.
    Il capo degli insorti irlandesi, Wolfe Stone, scoraggiato dall’ennesimo insuccesso, si suicida.



    12 Ottobre 1798 *** 21 Vendemmiaio Anno VII

    BELGIO:
    – I cittadini belgi, fomentati dai preti cattolici, si rivoltano contro la legge della coscrizione obbligatoria.(980905)



    19 Ottobre 1798 *** 28 Vendemmiaio Anno VII

    LA GUERRA:
    – L’esercito austriaco interviene in aiuto del Cantone dei Grigioni che rifiuta l’integrazione con la Repubblica Elvetica.



    22 Ottobre 1798 *** 1 Brumaio Anno VII

    IL CAIRO:
    – La popolazione insorge contro l’occupazione francese. Il Generale Bonaparte reprime prontamente l’insurrezione.
    Si e’ trattato di una autentica guerra di religione. Bonaparte aveva ingenuamente concesso ad ebrei e cristiani, qui’ residenti, il privilegio di vendere liberamente ….vino in una citta’ di stretta osservanza musulmana.



    24 Ottobre 1798 *** 3 Brumaio Anno VII

    BELGIO:
    – La rivolta contro la coscrizione obbligatoria assume dimensioni inquietanti.



    25 Ottobre 1798 *** 4 Brumaio Anno VII

    LA GUERRA:
    – L’isola di Zante, nello Ionio, occupata dai francesi alla fine di Giugno 1797, viene conquistata dalla flotta alleata russo-turca.



    27 Ottobre 1798 *** 6 Brumaio Anno VII

    LA GUERRA:
    – Anche l’isola di Cefalonia cade in mano alla flotta russo-turca.



    30 Ottobre 1798 *** 9 Brumaio Anno VII

    LUSSEMBURGO:
    – Una insurrezione a Clervaux viene stroncata dai francesi.



    1 Novembre 1798 *** 11 Brumaio Anno VII

    IL DIRETTORIO:
    – L’inquietudine per l’intervento russo nello Ionio induce il Direttorio a fare marcia indietro ed a proporre un patto all’Austria cosi’ articolato:
    . la Francia si impegna ad evacuare le proprie truppe dalla Svizzera e da Roma
    . l’Austria si impegna ad impedire il passaggio delle truppe russe sul suo suolo
    . ed inoltre viene proposta l’apertura di negoziati con l’Inghilterra e la Turchia per il raggiungimento della pace.

    – Nomina del Generale Joubert a capo dell’armata d’Italia al posto di Brune.



    4 Novembre 1798 *** 14 Brumaio Anno VII

    IL DIRETTORIO:
    – Decreto che ordina la deportazione nelle colonie dei preti cattolici belgi, accusati di aver fomentato le rivolte del 12 Ottobre.



    5 Novembre 1798 *** 15 Brumaio Anno VII

    LA GUERRA:
    – Inizia il blocco navale russo-turco davanti all’isola di Corfu’ occupata dai francesi.



    12 Novembre 1798 *** 22 Brumaio Anno VII

    I CONSIGLI:
    – Approvazione della costituzione di agenzie per la riscossione delle imposte nei vari dipartimenti. E’ l’ennesimo tentativo di porre rimedio alla finanze statali, dissanguate dalla guerra.



    13 Novembre 1798 *** 23 Brumaio Anno VII

    BELGIO:
    – I contadini belgi in rivolta, comandati da Emmanuel Rollier, conquistano la citta di Diest.



    16 Novembre 1798 *** 26 Brumaio Anno VII

    Inghilterra ed Austria stipulano un accordo dove si prevede il rientro della espansione francese, nei limiti entro i quali di trovava nel 1789.

    LA GUERRA:
    – Presa dell’isola di Leucade, nello Ionio, da parte della flotta russo-turca.



    22 Novembre 1798 *** 2 Glaciale Anno VII

    LA GUERRA:
    – Offensiva del Re di Napoli contro i francesi che occupano Roma.
    Dopo la proclamazione della Repubblica Romana, i francesi si sono imposti con pesanti tasse e frequenti saccheggi. L’intervento del Re di Napoli era stato invocato come una liberazione.



    24 Novembre 1798 *** 4 Glaciale Anno VII

    I CONSIGLI:
    – Emanata una legge che regolamenta l’imposta fondiaria e stabilisce una ulteriore imposta sulle porte e sulle finestre.



    27 Novembre 1798 *** 7 Glaciale Anno VII

    LA GUERRA:
    – L’esercito del Re di Napoli occupa Roma.



    28 Novembre 1798 *** 8 Glaciale Anno VII

    LA GUERRA:
    – La flotta inglese dell’Ammiraglio Nelson sbarca in Toscana, vicino a Livorno, 3.000 soldati napoletani, allo scopo di aggirare le truppe francesi.



    29 Novembre 1798 *** 9 Glaciale Anno VII

    IL DIRETTORIO:
    – Decreto di fusione delle truppe della Repubblica Cisalpina con quelle francesi. Lo scopo e’ di evitare eventuali tentazioni nazionalistiche italiane.

    SAN PIETROBURGO:
    – Trattato che sancisce una alleanza della Russia con il Regno di Napoli.



    4 Dicembre 1798 *** 14 Glaciale Anno VII

    BELGIO:
    – Gli insorti belgi occupano Hasselt ma vengono subito dopo massacrati dalle truppe francesi, che pongono fine a questa rivolta.



    5 Dicembre 1798 *** 15 Glaciale Anno VII

    LA GUERRA:
    – Disfatta delle milizie napoletane a Civita Castellana, ad opera delle truppe del Generale Championnet.



    6 Dicembre 1798 *** 16 Glaciale Anno VII

    LA GUERRA:
    – Le truppe del Direttorio invadono il Piemonte.

    IL DIRETTORIO:
    – Ultimatum inviato alla Dieta tedesca, riunita a Rastadt; la Francia esige delle teste di ponte anche sulla riva destra del Reno.



    7 Dicembre 1798 *** 17 Glaciale Anno VII

    LA GUERRA:
    – Le truppe del Generale Bonaparte occupano Suez.



    8 Dicembre 1798 *** 18 Glaciale Anno VII

    Il re degli Stati Sardi, Carlo Emanuele IV, abbandona il Piemonte, invaso dalle truppe francesi, e si ritira in Sardegna scortato dalla flotta inglese. Il generale Joubert resta padrone del campo. Il territorio piemontese verra’ diviso in 6 dipartimenti amministrativi.
    I Savoia, al momento, non dispongono piu’ di territori continentali.
    La casa Savoia regnava sul Piemonte e sulla Savoia dal 1418; la Sardegna era stata acquisita nel 1720.

    Intanto qualcuno si consola:
    Liberté, Egalité, Fraternité,
    i francesi in carrozza e noi a pié.



    9 Dicembre 1798 *** 19 Glaciale Anno VII

    IL DIRETTORIO:
    – Nomina del Generale Massena a capo delle truppe francesi in Svizzera, in sostituzione di Schauenburg.

    – La Dieta tedesca di Rastadt accetta l’ultimatum francese e concede alcune teste di ponte sulla riva destra del Reno.



    14 Dicembre 1798 *** 24 Glaciale Anno VII

    LA GUERRA:
    – Il Generale Championnet batte le truppe napoletane e riconquista Roma.



    21 Dicembre 1798 *** 1 Nevoso Anno VII

    LA GUERRA:
    – Decisa offensiva francese contro il Regno di Napoli. Il Re di Napoli e di Sicilia, Ferdinando IV, si rifugia sulla nave dell’Ammiraglio Nelson.



    23 Dicembre 1798 *** 3 Nevoso Anno VII

    I CONSIGLI:
    – Votata una legge per la ristrutturazione delle imposte sui redditi.



    26 Dicembre 1798 *** 6 Nevoso Anno VII

    L’ammiraglio Nelson conduce in salvo, a Palermo, il re di Napoli Ferdinando IV.



    29 Dicembre 1798 *** 9 Nevoso Anno VII

    Firma di un trattato di alleanza tra l’Inghilterra, la Russia ed il Regno di Napoli. Tra le clausole del trattato e’ compreso anche un fantasioso progetto di installare una armata russa sull’isola di Jersey, quale base per attaccare ed invadere la Bretagna.



    30 Dicembre 1798 *** 10 Nevoso Anno VII

    Il Generale Bonaparte, a Suez, formula un progetto per il taglio di un canale che colleghi il Mediterraneo al Mar Rosso: e’ l’atto di nascita del futuro Canale di Suez.



    31 Dicembre 1798 *** 11 Nevoso Anno VII

    LA GUERRA:
    – Il Generale Championnet conquista Gaeta.

  • Il Sacro Romano Impero Germanico

    Nel 962 l’incoronazione di Ottone I sanciva la nascita del Sacro Romano Impero Germanico. L’accordo che venne stabilito tra Ottone I e papa Giovanni XII andava a tutto vantaggio della dinastia sassone che si arrogava il diritto di intervenire nella scelta dei pontefici e di determinare le scelte politiche. Ottenuto questo risultato, Ottone si volse verso quello che restava il suo obiettivo: l’assoggetamento della grande feudalità . A questo scopo fece leva sulla rivalità che opponeva i feudatari laici e quelli ecclesiastici. L’imperatore scelse di appoggiare questi ultimi nella consapevolezza che i vescovi-conti, per i quali non vigeva il principio dell’ereditarietà dei feudi (che alla morte tornavano all’imperatore). Ottone si volse a rendere stabili i confini dell’impero. In Italia furono sottomessi i principi longobardi. Nel 973 morì Ottone I e gli succedette il figlio Ottone II. Il nuovo imperatore dovette immediatamente affrontare una ribellione dei duchi di Baviera. La rivolta venne domata nel 978. Non meno complessa era la situazione in Italia, dove una rivolta di nobili romani avevano deposto il papa Benedetto VI. L’imperatore scese in Italia e riuscì a riportare l’ordine riportando il pontefice sul trono. Muore nel 983. Ottone III succedette al padre sotto la reggenza della madre Teofania e della nonna Adelaide. Le due reggenti dovettero combattere contro Enrico di Baviera. La ribellione venne domata nel 986. Muore nel 1002. A Ottone succedette il cugino Enrico di Baviera, figlio di quell’Enrico che si era ribellato più volte al padre e a lui. Il marchese di Ivrea Arduino si faceva incoronare re d’Italia. Questa incoronazione non rappresentava tanto il risveglio di un improbabile sentimento nazionale, quanto una reazione laica contro lo strapotere della feudalità ecclesiastica. Nel 1004 l’imperatore scese in Italia e si fece incoronare re per tornarsene immediatamente in Germania a causa della turbolenza feudatarie. Morì nel 1024. La morte di Enrico estinse la dinastia sassone e i feudatari germanici, nel desiderio di darsi un sovrano più legato alla realà della Germania, elessero Corrado di Franconia. Il re Rodolfo III di Provenza legò il proprio regno ai domini della dinastia imperiale tedesca di Franconia (Corrado II il Salico [1033]) e i diritti sul regno di Arles si trasmisero ai successori fino al 1378. I sovrani tedeschi furono però di fatto assenti dalla Provenza, dove le varie signorie feudali e cittadine si svilupparono godendo di notevole autonomia. Nel 1032 la Svizzera viene integrata nel Sacro Romano Impero Germanico. Corrado emanò nel 1037 la Constutio de feudis con la quale riconosceva l’ereditarietà dei feudi minori. Il suo gesto non gli dava tuttavia nessun vantaggio. Tentò allora, scendendo a Roma, di stringere un alleanza con il Papato. Questo progetto venne vanificato dall’aristocrazia romana e Corrado, rientrato in Germania, vi morirà nel 1039. L’epoca in cui salì al trono il successore di Corrado II era dominato dallo sviluppo del movimento cluniacense. Questa tendenza religiosa si proponeva di rinnovare la Chiesa, eliminandone alcuni degli aspetti deteriori, quali la vendita dei beni spirituali e il concubinaggio dei preti. Enrico III, consapevole dell’importanza che, per la stabilità dell’impero, aveva una Chiesa rinnovata, appoggiò il movimento. Nel contempo, dopo aver liberato la Santa Sede dal controllo dell’aristocrazia romana, la asservì completamente ai suoi fini, facendo eleggere una serie di papi germanici, che gli sarebbero stati estremamente fedeli.
    La conseguenza di maggiore portata storica della ripresa economica e demografica fu il ritorno della città a un ruolo economicamente e politicamente dominante. Di conseguenza, nell’Italia settentrionale si era assistito ad una continua perdità del potere da parte dei feudatari. Il Comune era, all’origine, un’associazione privata tra i rappresentati delle famiglie più influenti della città , che aveva come obiettivo la conquista di autonomia rispetto al feudatario (per esempio, non sottostare a un determinato contributo). Ben presto però i Comuni iniziarono a esercitare il potere politico all’interno delle città , creando organi di governo. Fu la forma del Comune consolare che in seguito, nel corso del XIII verrà sotituito dal Comune podestarile, retto cioè da un podestà chiamato da fuori per tenere a freno le lotte che si scatenarono fra i diversi gruppi sociali della città . Si crearono, nel complesso universo comunale italiano, due fazioni: i guelfi, alleati del papa, e i ghibellini dell’imperatore. Nel 1056 muore Enrico III e gli succede il figlio Enrico IV. Enrico IV prese poi una decisione: quella di nominare i vescovi a seconda delle proprie esigenze. Nel 1075, Gregorio VII ribadì il divieto per ogni laico di nominare vescovi sotto pena di scomunicazione. Nel 1076, in un sinodo raduno a Worma, fece deporre Gregorio VII che, un mese dopo, scomunicava l’imperatore. Enrico IV si recò con una debole scorta presso il castello ed attese per tre giorni all’aperto sotto la neve di essere ricevuto dal Papa. Questi, resosi conto dell’abilità della mossa del suo avversario, tentò di non riceverlo. Alla fine dovette accoglierlo, assolverlo e ritirare la scomunica. Rientrato in Germania, Enrico fronteggiò vittoriosamente Rodolfo di Svevia, che in sua assenza, era stato eletto nuovo re. Nel 1081 Enrico scese in Italia dove si assicurò l’alleanza dei comuni dell’Italia settentrionale. Il papa Urbano II riuscì a mettere contro l’imperatore anche il figlio di questi, Corrado, che fece fidanzare con la figlia del re normanno di Sicilia, Ruggero d’Altavilla. Corrado venne tuttavia deposto dal padre che nominò suo erede il secondogenito Enrico. La situazione mutò a causa di una insurrezione dell’alta nobiltà ed Enrico IV venne imprigionato dal figlio, che aveva trovato appoggio nel nuovo Papa Pasquale II. Riuscito a fuggire, l’imperatore morì. L’alleanza fra Pasquale II e il nuovo imperatore non durò a lungo. Enrico V scese nel 1110 in Italia ed il Papa, consapevole di non potergli resistere con le armi, gli propose di rendergli tutti i feudi ecclesiastici purchè solo al Papato venisse riconosciuta la facoltà di investire i vescovi. Alla morte di Enrico V, la Germania fu travagliata da guerre per la successione. Enrico V aveva designato come suo successore Federico di Hohenstaufen, duca di Svevia, ma una parte dei grandi di Germania aveva eletto come re Lotario II di Suplimburgo, duca di Sassonia. Da principio ebbe la meglio Lotario II, poi prese soppravento Corrado III (1138-1152), che inizio la Casa sveva. Lotario II non mancò di intervenire nelle questioni italiane, ma senza preoccuparsi delle novità comunali. Invece Corrado III non mise mia piede nella penisola. Naturalmente, della negligenza del primo e dell’assenza del secondo i Comuni non persero tempo per ingrandirsi a spese dei grandi feudatari. Morto l’imperatore Corrado III, gli successe al trono il nipote Federico I (1152-1190). Egli potè dedicare i primi due anni di regno alla sistemazione interna della Germania. Desiderando un ritorno alla legalità , si trovò a più riprese a lottare contro i comuni. Con lo scopo di rendere noto il programma della sua nuova politica, Federico, nel dicembre, convocò una Dieta a Roncaglia, luogo tra Lodi e Piacenza. In quell’occasione l’imperatore annunciò ai convenuti, feudatari e rappresentanti dei Comuni, che tutte le usurpazioni di quei diritti che competevano all’imperatore dovevano considerarsi come non avvenute e ritornare al legittimo detentore. I Comuni non accettarono. Federico, che era venuto in Italia con forze relativamente esigue, insufficienti per affrontare Milano, sdegnato per l’ormai aperta disobbedienza dei Comuni, si sfogò distruggendo alcuni dei Comuni minori. Federico poi andò a Pavia, citò che assieme a poche altre, per odio verso le altre città concorrenti, si era schierato con lo Svevo e, quivi, cinta nell’aprile del 1155 la corona ferrea, si mosse verso Roma per ricevere dal Papa Adriano IV la corona imperiale. La seconda discesa, in cui l’imperatore venne agguerrito di un forte esercito, segnò la più decisiva offensiva imperiale e il momento della massima umiliazione per i Comuni. Nel 1158 Federico venne in Italia con il fermo proposito di rendere esecutivi i decreti della Dieta di Roncaglia. Milano e parecchie altre città cacciarono i rappresentanti dell’imperatore sfidando la sua rappresaglia. La reazione del Barbarossa fu terribile. Per prima cosa egli attaccò Crema, che, dopo aver sopportato sei mesi di barbaro assedio, si arrese e fu distrutta dalle fondamenta (1160). In quell’occasione si arrivò al punto che ostaggi e prigionieri cremaschi vennero legati alle torri d’assedio per fare in modo che gli assediati non colpissero, ma i difensori di Crema, nel furore della battaglia, superarono ogni sentimento di pietà . Poi fu la volta di Milano. Contro Milano Federico ebbe l’aiuto di Como, Novarra, Pavia e Cremona, tutte città che avevano dovuto subire l’egemonia della capitale lombarda. La resistenza dei milanesi durò quasi due anni e poi fu costretta ad arrendersi pe la fam (1162). Federico decise di distruggere la città , nonostante tutti gli abitanti, con il capo cosparso di cenere, a piedi scalzi e reggendo in mano un crocifisso, fossero venuti al campo imperiale a chiedere misericordia. Ma quel che è peggio è che il Barbarossa destinò a questo compito i Comuni minori suoi alleati, aizzando in tal modo le discordie italiane. Per il momento le deliberazioni della Dieta di Roncaglia divennero esecutive in tutta l’Italia settentrionale. Nel frattempo, con la morte di Adriano IV, avvenuta nel 1159, il dissidio con il Papato si era inasprito trasformandosi in uno scisma. Federico I, fedele ai suoi alleati, aveva addirittura tentato di influire sull’elezioni del nuovo pontefice, ma avevano eletto il più deciso esponente della corrente anti-imperiale, Alessandro III (1159-1181), che scomunicò l’imperatore. I comuni dell’Italia settentrionale, diedero vita ad un vasto movimento di alleanze. Federico da principio si preoccupò più del Papa che dei Comuni. Ma finalmente le altre città si accorsero che il programma imperiale non era anti-milanese bensì anti-comunale. Da quel momento anche i Comuni ostili alla capitale lombarda si vennero coalizzando. Altre due successive discese del Barbarossa non fecero che accelerare l’amalgamarsi delle forze a lui contrarie. Lo scontro frontale e conclusivo si ebbe durante la quinta discesa del Barbarossa nel 1174. I due eserciti si trovavano di fronte per la prima volta a Montebello, presso Voghera, ma il risultato non fu definitivo. Lo scontro finale avvenne a Legnano, tra il Ticino e l’Olona, il 29 maggio 1176, L’esercito della Lega Lombarda stava ormai ripiegando quando infransero l’urto della cavalleria nemica decidendo le sorti della battaglia. La vittoria dei comuni era completata. Federico fu costretto a venire a patti con la Chisa per la situazione che si era venuta creare in Germania, dove i feudatari ecclesiastici si rifiutavano di sostenerlo ulteriormente se non avesse fatto pace con il Papa. Nel 1190 morì Federico I. Avvenne così che Enrico VI si trovò ad essere quasi contemporaneamente re di Sicilia e Sacro Romano Imperatore. Enrico VI s’insedio sul trono dell’Italia meridionale, nonostante che le popolazioni locali tentassero d’impedirglielo e gli contrapponessero un discendente degli Altavilla. Enrico tentò di proseguire la lotta contro i Comuni tramite il governo di vicari tedeschi. Le ambizioni di Enrico VI finirono per allarmare i Comuni e specialmente il Papa, il cui territorio si sarebbe serrato entro l’impero svevo. Nel 1197, però, morì improvvisamente il giovane imperatore tedesco e l’anno successivo lo seguiva la moglie Costanza; il figlio Federico, in ancor tenerissima età , si trovò orfano di entrambe i genitori; la sua tutela era stata affidata dalla madre morente al nuovo pontefice Innocenzo III. I Comuni cacciarono i vicari tedeschi; in Germania si riaccesero le lotte fra i grandi feudatari; nel regno di Sicilia, i contrasti tra le fazioni e l’intervento del Papa e delle città marinare nell’intento di trarre profitto della confusa situazione, provocarono il caos. La Dieta di Francoforte fin dal 1196 aveva riconosciuto come re di Germania il figlio di Enrico VI, Federico, che aveva allora appena due anni e che Enrico aveva affidato al fratello Filippo di Svevia per l’incoronazione. Ma la morte di Enrico VI aveva reso imprudente il viaggio del bambino. Incominciò allora la contesa fra Filippo di Svevia, incoronato re di Germania a Mangoza, e Ottone di Brunswick, incoronato con la stessa corona a Colonia. Il contrasto tra Ottone e Filippo offrì alla diplomazia papale l’occasione d’intervenire nelle cose di Germania. Con lo scopo di eliminare una volta per tutte il pericolo di un’unione tra la corona imperiale e quella siciliana, Innocenzo III appoggiò Ottone che, nel 1209, ottenne il titolo d’imperatore. L’appoggio del Papa fu pagato da Ottone di Brunswick con la cosiddetta Capitolazione di Neuss, con la quale s’impegnava a concedere al Papato tutte quelle terre sulle quali, nel secolo VIII, era nato lo stato Pontificio. Ottone si impegnava inoltre a rinunziare a quel minimo di ingerenza nelle elezioni vescovili; a riconoscere il vassallaggio che subordinava il regno di Sicilia alla Chiesa in conseguenza dell’antica investitura concessa dal Papa ai Vichinghi. Ma, dopo l’incoronazione, il neo-imperatore Ottone VI si comportò ben diversamente. Innocenzo III lo scomunicò si accostò ai nemici di Ottone IV, contrapponendo a costui il giovane di cui era stato tutore e che aveva appena compiuto i diciotto anni: Federico II. In cambio dell’appoggio papale il giovanissimo Svevo aveva dovuto promettere di non riunire la corona imperiale a quella siciliana, di cedere allo Stato pontificio alcuni territori della penisola. Lasciata la reggenza del regno di Sicilia alla moglie Costanza d’Aragona, Federico andò in Germania a Magonza il 9 dicembre 1212. Poi egli combattè l’avversario e alleati. La battaglia decisiva, che vide vittorioso Federico e lo insignì del supremo potere imperiale, fu combattuta a Bouvines il 27 luglio 1214. Si è già spiegato come ogni sforzo del Papato avesse lo scopo di dividere le due corone. Federico, non rinunziando al regno di Sicilia, riacesse la lotte tra l’impero e i comuni: l’imperatore, nemico al Papato e ai Comuni, e il Pontefice alleato con questi. I Comuni, allarmati, avevano già stretto a San Zenone, presso Mantova, un nuovo patto tra loro, che fu la seconda Lega Lombarda. La situazione si aggravò quando Federico affrontò decisamente quei Comuni che gli erano ostili. Un aiuto davvero inaspettato venne a Federico da un feudatario dell’Italia settentrionale Ezzelino III da Romano. Approfittando della confusione e delle lotte interne tra le fazioni, costui sottomise parecchie città nel territorio di Treviso e Verona, gettando così le basi di una vasta Signoria. Il 27 novembre 1237 l’imperatore riportò a Cortenuova una decisiva vittoria sulla Lega. In Germania, affrontò e sedò una ribellione mossagli dal figlio Enrico; questi fu battuta e condotto prigiero in un casrtello della Puglia dove morì nel 1242. Federico dette in moglie ad Ezzelino la figlia Selvaggia ed elevò il figlio Enzo a Re di Sardegna. Nel 1239 il papa Gregorio IX lanciò una seconda scomunica contro Federico. Il Pontefice si mise anche alla testa di una coalizione antimperiale formata dai Comuni e dalle repubbliche marinare. Federico agì allora con incredibile audacia: nel 1241 fece assalire dai pisani, fedelissimi ghibellini, e dalla sua flotta siciliana quella genovese, che poetava i vescovi francesi al Concilio romano. A Gregorio IX succedette Innocenzo IV. Il Concilio, non essendosi potuto riunire a Roma, fu tenuto nel 1245 a Lione, in cui l’imperatore fu scomunicato per la terza volta. Successivamente, nel giro di pochi anni, sul capo dell’imperatore cadde ogni genere di disgrazie. Le truppe imperiali questa volta furono battute dai Comuni (1247). Il 13 dicembre 1250, colto da violenti febbri, Federico II morì nel suo castello di Fiorentino in Puglia. Da questo momento le storie d’Italia e di Germania si dividono e si complicano. Sembrò che Manfredi, figlio del defunto imperatore, potesse risollevare le sorti del Casato: egli, sulle orme dell’eredità paterna, condusse un’abile politica antipapale e anticomunale. Nell’Italia settentrionale, Manfredi trovò un alleato per la sua guerra nel già nominato Ezzelino da Romano. La sua condotta crudelissima alla fine provò la reazione delle forze guelfe, che nella battaglia di Cassano d’Adda nel 1259 lo vinsero e lo catturarono; Erzellino morì in prigione: essendosi strappato le bande e riaperto le ferite, si lasciò morire dissanguato. La rivincita ghibellina si ebbe in Toscana, presso Siena, nella battaglia di Montaperti.
    Dopo la morte di Federico II di Svevia (febbraio 1250) il pontefice Innocenzo IV, in forza del dominio che il Papato aveva sul Mezzogiorno per effetto del vassallaggio vichingo, decise di offrire la corona di Napoli al fratello di Luigi IX di Francia, Carlo d’Angiò, purchè rinunciasse al diritto di nomina e di giurisdizione sugli ecclesiastici e alla possibilità di unire la corona di Napoli con quella imperiale, come invece era avvenuto con Federico II. Seguì la battaglia di Benevento nel 1266, in cui, nonostante una valorosa resistenza, Manfredi venne battuto e ucciso. Una settimana dopo la vittoria a Benevento su Manfredi, il 7 marzo 1266, l’angioino entrò trionfante in Napoli. Fu quella la prima volta in cui la città ospitò una corte e assunse la dignità di capitale: i nuovi sovrani si preoccuparono soprattutto del miglioramento della rete stradale e dell’abbellimento della città (fontane e bagni pubblici). Carlo I pensava solo ai suoi interessi politici. Incrementò anche il legame con il re d’Ungheria Bela IV, unendo in matrimonio i figli Carlo e Isabella con quelli del sovrano ungherese, Maria e Ladislao.
    Morto Manfredi, rimaneva in Germania un ultimo rampollo della casa sveva, il figlio di Corrado IV, Corradino, che aveva circa quindici anni. Incitato dai ghibellini a riconquistare il regno di Sicilia, egli lasciò la sua terra. Carlo d’Anngiò lo affrontò e lo sconfisse nella battaglia di Tagliacozzo, in Abruzzo. Egli si rifugiò nel castello di Astura, sotto la protezione di un membro della famiglia feudataria di Frangipane. Ma quel nobile lo tradì e lo consegnò per denaro nelle mani dell’Angioino.
    Ma anche Carlo d’Angio’ venne presto in contrasto con il pontefice per la sua ambizione e irritò con il suo malgoverno il popolo siciliano che si ribello’ nei Vespri Siciliani.

    Libro, European book Milano-Atlantica junior n.7 / Libro, European book Milano-Atlantica junior n.8 / Internet- La storia di Napoli

  • Il trecento in Europa

    Dalla morte di Federio II il titolo imperiale, che addirittura per una ventina d’anni (1256-1273) non fu attribuito, ebbe un valore poco più che onorifico. L’imperatore era eletto dai feudatari tedeschi, i reali detentori del potere di Germania, che avrebbe dovuto essere il nucleo principale dell’Impero invece era diviso in un centinaio di Stati.

    Dal 1438 gli imperatori furono scelti all’interno della dinastia degli Asburgo. Questo fatto ridiede un certo prestigio alla carica imperiale, che però non riqcuistò una reale autorità sopranazionale.
    Quanto al Papato, i progetti di teocrazia universale furono ripresi per l’ultima volta da Bonifacio VIII, papa dal 1294 al 1303.

    Questi nel 1300 proclamò il primo giubileo: centinaia di pellegrini raggiunsero Roma, animati dalla devozione e dalla possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria, cioè la remissione dei peccati.

    Ma solo due anni più tardi il re di Francia Filippo il Bello pretese di sottomettere anche i vescovi francesi. Di fronte al rifiuto di Bonifacio il re dichiarò il papa eretico e lo fece imprigionare ad Anagni (1303).

    Con la morte di Bonifacio VIII, l’elezione di un cardinale francese (Benedetto XI) e il trasferimento della sede pontificia ad Avignone, in Provenza, si aprì per il papato il duro periodo avignonese (1309-1377). Il palazzo pontificio ad Avignone non poteva certamente costituire un punto di riferimento spirituale negli anni drammatici delle carestie, della peste, delle rivolte sociali, dalla guerra. Ma il momento più grave della crisi che la chiesa attraversò nel XVI secolo si ebe con il grande scisma, che divise la cristianità dal 1378 al 1417, con la presenza di due papi, uno italiano e uno francese. La spaccatura era fonte di uno scandalo gravissimo tanto più che avveniva non per motivi religiosi o ideali ma politici. Di fronte a una crisi profonda del Papato emerse con forza crescente che l’idea che il concilio ecumenico avesse un’autorità superiore a quella del pontefice e potesse deporre i due papi rivali, ricostituendo l’unità della Chiesa. In efetti il concilio di Costanza

    (1414-1418) riuscì a imporre un unico pontefice ponendo fine allo scisma d’Occidente.
    Tra il 1347 e il 1352 una malattia misteriosa devastò l’Europa: era la morte nera. Si calcosa che abbia ucciso in soli tre anni 25 milioni di persone, cioè tra il 30% e il 50% della popolazione europea dell’epoca. Per chi era colpito dal morbo le speranza di guarigione erano bassissime e gli storici raccontano che la fine giungeva in modo atroce.

    Gli ammalati erano assaliti da na febbre alta, tossivano e vomitavano sangue. Alcuni linfonodi s’ingrossvano formando i cosiddetti buboboni, la pelle ssi copriva di macchie rossastre e poteva sanguinare, uttto il corpo emanavano un odore sgradevole. Dopo la grande epidemia del Trecento la pestilenza continuo a manifestarsi peridicamente in Europa per più di tre secoli, poi si dileguò. Nel 1894 Jerseyn identificò il batterie responsabile della peste bubbonica. In base di numerosi indirizzi si convinse che la piaga che per secoli aveva seminato la devastazione in Europa doveva essere stata proprio peste. La peste si diffonde in primo luogo fra i topi e poi passa all’uomo attraverso la puntura provenienti dai roditori infetti. Le cronache del Medioevo però parlano di un ammoria troppo rapida per una malattia che ha bisogno di diffondersi fra i topi prima di dilagare fra gli esseri umani. E’ possibile che la morte nera sia stata causata da un anetanto del moderno batterio della peste, il quale nel corso dei secoli si è modificato fino a causare una malattia con caratteristiche un po’ diverse da quella antica, proprio come ebola e le altre infezioni misteriose che continuanuano a spaventare.
    Nel Trecento, l’apparato istituzionale dei comuni si dimostrò sempre più inadeguato a gestire il perdurante conflitto sociale: si ricorse allora a provvedimenti straordinari, affidando per lungo tempo o anche in perpetuo il governo a un personaggio ritenuto capace di sedare i contrasti, per la sua autorevolezza o la sua forza militare.

    I poteri personali così assunti divennero presto ereditari: è questa l’origine delle signorie. In gran parte dell’Italia centro-settentrionale ‘espansione delle maggiori signorie diede luogo a una semplificazione della geografia politica, con la creazione dei futuri stati reigionali.
    Libro, Edizioni Scolastiche Bruno Mondatori- Il lavoro dell’uomo / Documentario della RAI- Ulisse

  • La rivoluzione nasseriana

    Fu proprio in Asia che scoppiò il primo conflitto legato alla guerra fredda: la guerra di Corea (1950-1953). Alla fine della guerra la Corea era stata divisa in due parti: la Corea del Nord, guidata da un governo comunista e la Corea del Sud alleata degli americani. Nel 1950 la Corea del Nord aggredì quella del Sud. La guerra terminò nel 1953, con la riaffermazione del confine delle due Coree.
    Ma la crisi più grave fu senz’altro quella che si svolse a poche migliaia della costa degli USA: a Cuba. Fidel Castro, uomo politico cubano (presso Santiago di Cuba 1926). Figlio di un facoltoso piantatore, si dedicò agli studi giuridici e conseguì la laurea all’università dell’Avana. Divenuto avvocato, partecipò a vari moti insurrezionali contro il dittatore dominicano Trujillo e contro il governo Batista. Il 26 luglio 1953 con alcuni compagni diede l’assalto alla caserma Moncada di Santiago, ma fu catturato e dovette esulare. Dal Messico, dove si era rifugiato, nel dicembre 1956 con il fratello Raàºl e ottanta seguaci sbarcò clandestinamente sulla costa cubana e nella Sierra Maestra organizzò la guerriglia contro Batista.
    I continui colpi di mano dei guerriglieri castristi (chiamati barbudos) e l’abile propaganda costrinsero il presidente Batista a fuggire (1° gennaio 1959), mentre Castro diventava padrone effettivo dell’isola. Primo ministro il 15 febbraio 1959, iniziò una serie di riforme destinate a mutare profondamente il paese, come la riforma agraria e la nazionalizzazione dell’industria saccarifera; al tempo stesso il movimento castrista (detto “del 26 luglio”) e il governo che ne era l’espressione assunsero sempre più l’aspetto di una dittatura. Per questo e per i contrasti di carattere commerciale con gli Stati Uniti, le cui proprietà furono radicalmente espropriate da Castro, un’acuta tensione si venne creando con il governo di Washington a partire dal luglio 1960.
    L’accentuata tendenza marxista della politica di Castro (sostenuta dalla frazione estremista di Guevara) portò nell’aprile 1961 a uno sbarco nella baia dei Porci (baia Cochinos) di volontari cubani esuli appoggiati dagli americani, fallito il quale i legami di Cuba con l’URSS si rafforzarono ulteriormente. Negli anni Settanta Castro si legò ulteriormente all’URSS, assecondandone la politica di penetrazione in Africa con il sostegno cubano all’Angola e all’Etiopia. Nel 1995 ha rilanciato la sua immagine internazionale, in sede ONU, al vertice sullo sviluppo dei paesi del Terzo Mondo e l’anno successivo è stato ricevuto in Vaticano da papa Giovanni Paolo II che nel 1997 sarebbe andato in visita a L’Avana.
    Nel 1953 morì Stalin. Il suo successore, Nick Kruscev, dimostrò subito di voler chiudere l’epoca scura del stalinismo e cercò di migliorare le relazione con il mondo occidentale. L’apertura di questo processo di pur cauta destalinizzazione fu accolto positivamente negli Stati Uniti, dove nel 1960 venne eletto presidente il democratico John Fitzgerald Kennedy. In Polonia i dirigenti di partito legati a Stalin furono sostituiti. Ma in Ungheria che si fece il tentativo più ambizioso. Il capo di governo volle portare l’Ungheria fuori dal Patto di Varsavia, ma fece intervenire l’Armata Rossa e soffocò nel sangue il tentativo riformatore.
    Gli Usa hanno cercato di bloccare l’espansione del comunismo nel sud-est asiatico. Dal 1964 al 1973, particolarmente importante fu l’impegno americano contro il Vietnam del Nord, comunista, e a sostegno del Vietnam del Sud, filo-occidentale. L’intero Vietam cadde così sotto il controllo nordvietnamita.
    Alle origini dei grandi rivolgimenti politici dell’Europa orientale è stata l’elezione, nel 1985, di Mikail Gorbaciov a segretario del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Socùvietica). Infatti spetta a Gorbaciov il merito di aver rinunciato al principio della sovranità limitata sugli stati comunisti dell’Europa orientale, in base alla quale l’Unione Sovietica si sentiva autorizzata a intervenire, anche militarmente, quando si profilava il pericolo che fosse minacciato il potere comunista in uno stato soggetto alla sua influenza. La politica di Gorbaciov ha ridato fiato agli stati satelliti.
    Nel settembre 1989 in Polonia, nacque un governo formato non soltanto dai comunisti. Contemporaneamente i comunisti della Germania Est lasciarono il potere ai riformisti a tra il 9 e il 10 novembre 1989 migliaia di tedeschi abbatterono il muro. Si trattava di un muro che nel 1956 il governo della Germania Est aveva fatto costruire lungo il confine tra i due settori di Berlino per impedire ai suoi cittadini di sfuggire nella Germania dell’Ovest. Dall’apertura delle frontiere alla riunificazione delle due Germanie il percoso è stato breve e rapido il primo luglio 1990 è entrata in vigore l’unificazione economica e monetaria e finalmente, il 3 ottobre, è stata proclamata l’unificazione politica. La strada della riconquistata democrazia non risulta facile per questi popoli. Sottomessi per decenni a un regime autoritario e quindi non abituati alla partecipazione attiva alla vita politica. Così si comprende il ritono al potere, in seguito ad elezioni, degli ex-partiti comunisti. Con la caduta dei regimi comunisti, le nuove autorità hanno deciso di vendere ai privati le aziende agricole e le industrie statali. Ma la privatizzazione delle imprese statali è un operazione difficile, perchè spesso si tratta di aziende poco efficienti o addirittura improduttive. Gorbaciov ha cercato di riformare dall’interno lo Stato, cioè di correggere gradualmente i principali aspetti negativi del sistema comunista. Rendendosi conto degli immensi problemi del suo paese, ha cercato di riformare il sistema comunista, redendo meno rigido il controllo sull’economia e concedendo libertà civili e religiose. Ha dato inizio a una nuova fase della politica internazionale, caratterizzata dalla conclusione definitiva della rivalità militare con gli Stati Uniti e dal progressivo disarmo atomico. Ma nel giro di pochi giorni la prudione agricola e industriale ha subito un gravissimo crollo. Così nell’agosto 1991 i conservatori tentarono un colpo di stato e destituirono Gorbaciov. Il colpo di stato guidato dal radicale Boris Eltsin fallì. Nel dicembre 1991 così i presidenti delle repubbliche sovietiche, ad eccezione di quelle baltiche che si erano proclamate indipendenti, sciolsero l’Unione Sovietica. Il 21 dicembre del 1991 ad Alma Ata, la capitale del Kazakistan, i dirigenti di undici repubbliche (Russia, Bielorussia, Ucraina, Moldavia, Armenia, Azerbajdzan, Turkmenistan, Uzbekistan, Tadzikistan, Kazakistan e Kirghistan) hanno proclamato ufficialemente la fine dell’Unione Sovietica e hanno dato vita alla Confederazione degli Stati Indipendenti (CSI). Con il crollo dell’Unione Sovietica la guerra fredda è veramente finita.

    Libro, Editrice La Scuola- Storia per gli istituti professionali / Libro, Bulgarini- Attraverso i territori / Libro, Edizioni Scolastiche Bruno Mondatori- Il lavoro dell’uomo 2 / CD, Rizzoli Larousse- Enciclopedia multimediale

  • La guerra fredda

    Fu proprio in Asia che scoppiò il primo conflitto legato alla guerra fredda: la guerra di Corea (1950-1953). Alla fine della guerra la Corea era stata divisa in due parti: la Corea del Nord, guidata da un governo comunista e la Corea del Sud alleata degli americani. Nel 1950 la Corea del Nord aggredì quella del Sud. La guerra terminò nel 1953, con la riaffermazione del confine delle due Coree.
    Ma la crisi più grave fu senz’altro quella che si svolse a poche migliaia della costa degli USA: a Cuba. Fidel Castro, uomo politico cubano (presso Santiago di Cuba 1926). Figlio di un facoltoso piantatore, si dedicò agli studi giuridici e conseguì la laurea all’università dell’Avana. Divenuto avvocato, partecipò a vari moti insurrezionali contro il dittatore dominicano Trujillo e contro il governo Batista. Il 26 luglio 1953 con alcuni compagni diede l’assalto alla caserma Moncada di Santiago, ma fu catturato e dovette esulare. Dal Messico, dove si era rifugiato, nel dicembre 1956 con il fratello Raàºl e ottanta seguaci sbarcò clandestinamente sulla costa cubana e nella Sierra Maestra organizzò la guerriglia contro Batista.
    I continui colpi di mano dei guerriglieri castristi (chiamati barbudos) e l’abile propaganda costrinsero il presidente Batista a fuggire (1° gennaio 1959), mentre Castro diventava padrone effettivo dell’isola. Primo ministro il 15 febbraio 1959, iniziò una serie di riforme destinate a mutare profondamente il paese, come la riforma agraria e la nazionalizzazione dell’industria saccarifera; al tempo stesso il movimento castrista (detto “del 26 luglio”) e il governo che ne era l’espressione assunsero sempre più l’aspetto di una dittatura. Per questo e per i contrasti di carattere commerciale con gli Stati Uniti, le cui proprietà furono radicalmente espropriate da Castro, un’acuta tensione si venne creando con il governo di Washington a partire dal luglio 1960.
    L’accentuata tendenza marxista della politica di Castro (sostenuta dalla frazione estremista di Guevara) portò nell’aprile 1961 a uno sbarco nella baia dei Porci (baia Cochinos) di volontari cubani esuli appoggiati dagli americani, fallito il quale i legami di Cuba con l’URSS si rafforzarono ulteriormente. Negli anni Settanta Castro si legò ulteriormente all’URSS, assecondandone la politica di penetrazione in Africa con il sostegno cubano all’Angola e all’Etiopia. Nel 1995 ha rilanciato la sua immagine internazionale, in sede ONU, al vertice sullo sviluppo dei paesi del Terzo Mondo e l’anno successivo è stato ricevuto in Vaticano da papa Giovanni Paolo II che nel 1997 sarebbe andato in visita a L’Avana.
    Nel 1953 morì Stalin. Il suo successore, Nick Kruscev, dimostrò subito di voler chiudere l’epoca scura del stalinismo e cercò di migliorare le relazione con il mondo occidentale. L’apertura di questo processo di pur cauta destalinizzazione fu accolto positivamente negli Stati Uniti, dove nel 1960 venne eletto presidente il democratico John Fitzgerald Kennedy. In Polonia i dirigenti di partito legati a Stalin furono sostituiti. Ma in Ungheria che si fece il tentativo più ambizioso. Il capo di governo volle portare l’Ungheria fuori dal Patto di Varsavia, ma fece intervenire l’Armata Rossa e soffocò nel sangue il tentativo riformatore.
    Gli Usa hanno cercato di bloccare l’espansione del comunismo nel sud-est asiatico. Dal 1964 al 1973, particolarmente importante fu l’impegno americano contro il Vietnam del Nord, comunista, e a sostegno del Vietnam del Sud, filo-occidentale. L’intero Vietam cadde così sotto il controllo nordvietnamita.
    Alle origini dei grandi rivolgimenti politici dell’Europa orientale è stata l’elezione, nel 1985, di Mikail Gorbaciov a segretario del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Socùvietica). Infatti spetta a Gorbaciov il merito di aver rinunciato al principio della sovranità limitata sugli stati comunisti dell’Europa orientale, in base alla quale l’Unione Sovietica si sentiva autorizzata a intervenire, anche militarmente, quando si profilava il pericolo che fosse minacciato il potere comunista in uno stato soggetto alla sua influenza. La politica di Gorbaciov ha ridato fiato agli stati satelliti.
    Nel settembre 1989 in Polonia, nacque un governo formato non soltanto dai comunisti. Contemporaneamente i comunisti della Germania Est lasciarono il potere ai riformisti a tra il 9 e il 10 novembre 1989 migliaia di tedeschi abbatterono il muro. Si trattava di un muro che nel 1956 il governo della Germania Est aveva fatto costruire lungo il confine tra i due settori di Berlino per impedire ai suoi cittadini di sfuggire nella Germania dell’Ovest. Dall’apertura delle frontiere alla riunificazione delle due Germanie il percoso è stato breve e rapido il primo luglio 1990 è entrata in vigore l’unificazione economica e monetaria e finalmente, il 3 ottobre, è stata proclamata l’unificazione politica. La strada della riconquistata democrazia non risulta facile per questi popoli. Sottomessi per decenni a un regime autoritario e quindi non abituati alla partecipazione attiva alla vita politica. Così si comprende il ritono al potere, in seguito ad elezioni, degli ex-partiti comunisti. Con la caduta dei regimi comunisti, le nuove autorità hanno deciso di vendere ai privati le aziende agricole e le industrie statali. Ma la privatizzazione delle imprese statali è un operazione difficile, perchè spesso si tratta di aziende poco efficienti o addirittura improduttive. Gorbaciov ha cercato di riformare dall’interno lo Stato, cioè di correggere gradualmente i principali aspetti negativi del sistema comunista. Rendendosi conto degli immensi problemi del suo paese, ha cercato di riformare il sistema comunista, redendo meno rigido il controllo sull’economia e concedendo libertà civili e religiose. Ha dato inizio a una nuova fase della politica internazionale, caratterizzata dalla conclusione definitiva della rivalità militare con gli Stati Uniti e dal progressivo disarmo atomico. Ma nel giro di pochi giorni la prudione agricola e industriale ha subito un gravissimo crollo. Così nell’agosto 1991 i conservatori tentarono un colpo di stato e destituirono Gorbaciov. Il colpo di stato guidato dal radicale Boris Eltsin fallì. Nel dicembre 1991 così i presidenti delle repubbliche sovietiche, ad eccezione di quelle baltiche che si erano proclamate indipendenti, sciolsero l’Unione Sovietica. Il 21 dicembre del 1991 ad Alma Ata, la capitale del Kazakistan, i dirigenti di undici repubbliche (Russia, Bielorussia, Ucraina, Moldavia, Armenia, Azerbajdzan, Turkmenistan, Uzbekistan, Tadzikistan, Kazakistan e Kirghistan) hanno proclamato ufficialemente la fine dell’Unione Sovietica e hanno dato vita alla Confederazione degli Stati Indipendenti (CSI). Con il crollo dell’Unione Sovietica la guerra fredda è veramente finita.

    Libro, Editrice La Scuola- Storia per gli istituti professionali / Libro, Bulgarini- Attraverso i territori / Libro, Edizioni Scolastiche Bruno Mondatori- Il lavoro dell’uomo 2 / CD, Rizzoli Larousse- Enciclopedia multimediale