Lo storico Dionigi il Piccolo fece risalire la nascita di Gesù 753 anni dopo la fondazione di Roma, fissando l’inizio dell’era volgare. Anche se la tradizione ha accolto da sempre questa data, in realtà lo storico errò di circa cinque anni. Anche la cronologia della vita di Gesù è oggetto di discussione tra gli studiosi. La tesi più accreditata è la seguente: Gesù sarebbe nato quindi nel 5 a. C. e avrebbe iniziato il ministero pubblico a circa trentatrè anni, nel 27 d. C. La morte sarebbe avvenuta il 7 aprile del 30 d. C.
Le fonti della vita di Gesù sono essenzialmente di tre tipi: quelle non cristiane, che contengono riferimenti all’esistenza storica di Gesù, quelle cristiane non accolte ufficialmente dalla Chiesa (come i Vangeli apocrifi) e quelle accettate dalla Chiesa (che costituiscono il Nuovo Testamento) che ne attestano la duplice natura umana e divina. In base a queste ultime fonti, la nascita di Gesù avvenne a Betlemme, ove Maria e Giuseppe, del casato di David, si erano recati per il censimento voluto da Quirino, legato romano della Siria; in seguito la famiglia fuggì in Egitto per salvarsi dalla strage degli innocenti voluta da Erode, re di Giudea. Alla morte di Erode, Giuseppe, Maria e Gesù tornarono a Nazareth. La vita pubblica iniziò con il Battesimo nel Giordano ricevuto da Giovanni e dopo un periodo di quaranta giorni nel deserto. Gesù tornò in Galilea ove cominciò a raccogliere i suoi discepoli. Dopo la prima Pasqua della sua vita pubblica passata a Gerusalemme, fu di nuovo in Galilea e nella Betsaida, a Genesaret e Cafarnao e, fuori dalla Palestina, nella Decapoli e nella Fenicia. Tornato in Galilea, si dedicò ancora la predicazione per parabole. Nel periodo della terza e ultima Pasqua della sua vita pubblica si trovava ancora a Gerusalemme, ove fu catturato e sottoposto a processo, dapprima davanti ad Anna, sommo sacerdote non più in carica, e poi di fronte al sinedrio. L’accusa di bestemmia, in seguito alla sua proclamazione di essere il Cristo, figlio di Dio, gli costò la condanna a morte. Tale condanna doveva essere confermata dal procuratore romano Pilato, che saputo che Gesù era galileo, cercò di evitare la responsabilità dell’avvallo della condanna; mandò infatti Gesù da Erode, tetrarca di Galilea che si trovava a Gerusalemme. Interrogatolo a lungo senza ottenere risposte Erode fece tornare Gesù da Pilato, che chiese alla folla quale condannato, tra Gesù e Barabba, dovesse essere risparmiato. La scelta di Barabba portò definitamente Gesù alla crocifissione sul Golgota, il giorno di venerdì. Maria di Magdala, recandosi sulla tomba di Gesù la domenica, trovò la tomba vuota: Gesù era risorto e apparve in seguito a Maria di Magdala, ai discepoli sulla strada per Emmaus e a Gerusalemme. Secondo la religione cristiana, dopo quaranta giorni Gesù nei pressi di Gerusalemme apparve di nuovo ai discepoli e ascese al cielo.
La nuova religione incominciò a diffondersi nell’età di Tiberio (14-38), a partire dalla Palestina, provincia romana, prima in Asia Minore e nelle regioni orientali dell’impero, quindi in Occidente. La religione concepiva la salvezza ultraterrena come il risultato della scena terrena: proprio la passione e sacrificio del figlio di Dio fatto uomo esigono dal credente l’insegnamento di Cristo e l’impegno a realizzare il messaggio dell’amore e della frattelanza. Il cristianesimo non si opponeva all’autorità civile, ma non le riconosceva alcuna giustificazione divina. Ben presto aveva incominciato ad attecchire i ceti medio-alti, l’aristocrazia romana, i quadri dell’esercito e della burocrazia, e la stessa corte imperiale. L’imperatore Costantino, sancendo nel 313 la libertà di culto per i cristiani avrebbe preso definitivamente atto di questa realtà .
CD,Tecniche nuove- Eureka 2000
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