Il Circolo di Vienna

Durante il secondo quarto del XX secolo emersero due scuole di pensiero inspirate al filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein. La prima di queste scuole, l’empirismo logico, o neopositivismo logico, ebbe origine a Vienna diffondendosi successivamente in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Gli empiristi logici sostenevano l’esistenza di un solo tipo di conoscenza, la conoscenza scientifica; la verificabilità empirica di ogni conoscenza valida; il fatto che ciò che è stato ritenuto filosofia non è né vero né falso ma letteralmente insensato.
Quindi la filosofia viene ridotta a logica e si arriva a studiare la filosofia attraverso i simboli matematici.
Avviene quindi una ripresa di Leibiniz riguardo ai principi logici di identità e di non contraddizione. La filosofia all’interno del circolo di Vienna, assume un carattere prevalentemente matematico (Rossa fu un grande rappresentante del circolo viennese a cui si deve la nascita della più moderna logica matematica fondata su principi atomici e proposizioni molecolari).
I principi utilizzati dai neopositivisti sono di verificabilità e di confutabilità (confutabili e quindi scientifici). Questi principi usati in matematica servono a dimostrare delle tesi e lo stesso ora avviene in filosofia. “Dobbiamo avere elementi logici su cui basare le nostre discussioni” (es. le geometrie non euclidee si basavano sulla validità logica; non importa se vera o falsa).
Il filone del positivismo logico si basa sul linguaggio riprendendo le teorie di Hume. I neopositivisti dicono: “Se Hume ha usato come criterio l’esperienza, noi usiamo come criterio di conoscenza il linguaggio” “Se noi studiamo il linguaggio come logica scientifica allora siamo di fronte al positivismo logico, se noi invece cerchiamo di studiare il linguaggio nelle sue regole quotidiane siamo di fronte alla filosofia analitica di Ayer e Wittgestein”.
Quest’ultimo scrive il trattato logico analogico e parla i tautologia (partire da un discorso in cui poi si rimane intrappolati). Lui parla di “giochi linguistici”.
Sia l’empirismo logico che il neopositivismo logico fanno una distinzione tra le proposizioni che concernano i fatti e le proposizioni che concernano le idee.
Le proposizioni che si riferiscono ai fatti non hanno necessità, sono probabili; le proposizioni che concernano le idee sono tutte ipotesi (non ci sono certezze).
Popper dirà: “Nella scienza si va avanti senza certezze”. Egli fu vicino al circolo di Vienna ma non ne fece mai arte, rimase sempre isolato.

Poincaré Henri
Secondo Poincaré il compito principale della scienza non è quello di informarci sulla natura delle cose, ma sui rapporti, sulle relazioni tra oggetti; le leggi fisiche rappresentano appunto le relazioni esistenti tra oggetti e solo in queste relazioni consiste l’oggettività della scienza.

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