Category: greci

  • Greci: la Magna Grecia

    Magna Grecia

    Nell’antichità era conosciuta come Megale Hellas . Rappresenta un insieme di città poste nell’Italia meridionale fondate da membri di popolazioni greche (Ioni, Dori, Achei, Eubei, Calcidesi), emigrati dalle loro patrie per ragioni politiche ed economiche.

    In questo modo le culture ellenica ed orientale sono approdate nel sud della penisola, popolato all’epoca dagli Enotri, popolazione autoctona, successivamente emigrata in Sicilia.

    Nel corso dei secoli si è erroneamente pensato che questo territorio ebbe uno sviluppo subordinato a quello della madrepatria. In realtà queste città conobbero uno sviluppo proprio in vari settori, come l’arte, la scienza, la filosofia. Si arrivò così al punto che tale regione si guadagnò presso la madrepatria l’appellativo di “magna”.

    Essa divenne luogo di approdo delle navi provenienti dall’Asia e dalla Grecia, dunque sede di numerosi e prolifici commerci. L’arte e la scienza magnogreche vennero rapidamente conosciute in tutto il mondo.

    Il territorio della Magna Grecia investe le regioni dell’Italia meridionale, ricche di terra fertile.

  • Greci: le guerre persiane

    Guerre persiane

    500-494: Le colonie ioniche dell’Asia Minore si ribellano all’egemonia dell’impero persiano, capeggiate da Aristagora di Mileto; solo Atene, per i suoi interessi sull’Egeo, le appoggia. I Persiani schiacciano la rivolta, che si conclude con la distruzione di Mileto e la deportazione dei suoi abitanti in Mesopotamia.

    492: I Persiani, comandati da Mardonio, conquistano Tracia e Macedonia e chiedono alle città greche di inviare l’acqua e la terra, in segno di sottomissione. Sparta e Atene rifiutano.

    490 (I guerra persiana): battaglia di Maratona. Un esercito ateniese, guidato dallo stratega Milziade, sconfigge l’esercito persiano, che aveva reputazione di invincibile. I Persiani erano guidati da Dati e Artaferne, e accompagnati dal tiranno spodestato Ippia.

    Il confronto fra Greci e Persiani è qualcosa di più di un confronto militare: si tratta di un vero e proprio scontro culturale, fra comunità di cittadini-soldati che si governano da sé, e un impero autocratico che riconosce solo sudditi, cioè – nell’interpretazione di Eschilo e di Erodoto – fra la libertà e la schiavitù. La libertà, in Grecia, non è percepita come una questione privata, ma sempre essenzialmente come autonomia politica, come autogoverno. Anche la libertà di parola, che “toglie le briglie” alla lingua degli uomini (Eschilo, Persiani) è intesa come strumentale all’autonomia politica.

    Temistocle si rende conto che la vocazione e la potenza di Atene è sul mare, e promuove l’allestimento della flotta (180 triremi entro il 481): le navi sono costruite a spese dello stato e l’armamento è finanziato dai cittadini più ricchi (liturgie). I teti trovano impiego come rematori, e questo dà loro voce in capitolo nella vita politica. La marina è un elemento di democratizzazione.

    481: alleanza militare (simmachia) panellenica, sotto l’egemonia spartana.

    480 (II guerra persiana): l’imperatore persiano Serse, successore di Dario, parte da Sardi con un esercito di 100.000 uomini. La Grecia è invasa, dopo una battaglia navale presso capo Artemisio. Leonida, re di Sparta, sacrificando se stesso e trecento spartani, copre la ritirata delle forze di terra elleniche alle Termopili. Temistocle capisce che sulla terra la partita è persa, e abbandona l’Attica e la Beozia al saccheggio dei Persiani, mettendo la popolazione in salvo sulle isole.

    Settembre 480: battaglia navale di Salamina, vinta dai Greci grazie alla strategia di Temistocle. Le navi persiane, più numerose e più grandi, non riescono a manovrare nel braccio di mare fra Atene e l’isola di Salamina, e hanno la peggio contro le navi elleniche, meno numerose ma più piccole e maneggevoli.

    Primavera 479: l’esercito di terra persiano viene sconfitto a Platea; la flotta persiana viene definitivamente debellata a Micale.
    Per consiglio di Temistocle, Atene comincia la costruzione delle “lunghe mura” che collegano la città al porto del Pireo.
    478: le città ioniche dell’Asia minore sono liberate da una flotta greca guidata dallo spartano Pausania. Gli efori lo richiamano, accusandolo di dispotismo. Atene rimane la sola potenza ellenica interessata all’Egeo e alla Ionia, contro i Persiani.

    477: fondazione della lega di Delo, guidata da Atene e composta da città ioniche, in funzione antipersiana. Nel trentennio successivo prosegue la lotta contro i Persiani. L’egemonia ateniese si rafforza, suscitando una crescente ostilità, spartana: si tratta, anche qui, di uno scontro non solo militare, ma anche politico e culturale, fra democrazia e oligarchia.

    448: pace di Callia. Le città greche dell’Asia minore rimangono nell’impero persiano, che ne garantisce l’autonomia. L’Egeo diventa un mare ateniese. Gli alleati della lega di Delo, orami superflua, vengono trasformati in vassalli di Atene.

    445: pace dei Trent’anni con Sparta. Sparta riconosce l’impero ateniese; Atene l’egemonia spartana sul Peloponneso.
    Ha inizio l’età di Pericle (443-429), che si fa rieleggere stratega di anno in anno, e influenza durevolmente la democrazia ateniese.

    Sparta diventa punto di riferimento per tutte le città che non sopportano l’egemonia imperiale ateniese.

    Guerra del Peloponneso (431- 404)

    Guerra archidamica (431-421): con alterne vicende, gli Spartani prevalgono sulla terra, gli Ateniesi sul mare. Questa fase – cui partecipa Tucidide – si conclude con la pace di Nicia (capo del partito oligarchico ateniese).

    Spedizione ateniese in Sicilia (415-413): prevalendo sul pacifista Nicia, il democratico Alcibiade induce Atene ad aiutare Segesta contro Siracusa e Selinunte, alleate di Sparta. L’esito dell’impresa è disastroso, come possiamo vedere dal resoconto di Tucidide.

    Guerra di Decelea (fortezza occupata dagli Spartani per devastare l’Attica, su consiglio del fuoriuscito Alcibiade; 413-404): declina la potenza ateniese, i Persiani, che erano stati espulsi dalla politica greca, intervengono a finanziare Sparta. Dopo alterne vicende, Atene, sconfitta dallo spartano Lisandro all’Egospotami, capitola. Le “lunghe mura” sono smantellate; si scioglie la lega di Delo. Sparta è egemone, ma il vero vincitore è l’impero persiano.

    Sparta promuove regimi oligarchici sotto il suo controllo. Ad Atene si instaura la Signoria dei cosiddetti Trenta Tiranni, i quali cercano di coinvolgere il massimo numero di cittadini nella responsabilità degli arresti indiscriminati da loro operati. Socrate rifiuta di obbedire ai loro ordini, proprio come si era opposto, in regime democratico, alla condanna a morte per gli strateghi della battaglia delle Arginuse (407), che era stata l’ultima vittoria di Atene nella guerra del Peloponneso.

    403: Trasibulo restaura la democrazia ad Atene.

    399: Socrate, accusato di empietà, viene condannato a morte, probabilmente per purgare la nuova democrazia di una personalità percepita come malsicura. Platone ha riportato il suo discorso di autodifesa, o Apologia.

  • Greci: origini e sviluppo

    Origine

    Tra il quinto e il terzo millennio a.C. la penisola balcanica fu abitata da popolazioni marittime provenienti dall’Asia, anche se alcuni ritrovamenti archeologici testimoniano la presenza di cacciatori e pastori neolitici in Tessaglia, Grecia Centrale e a Creta. A partire dal secondo millennio a.C., un popolo guerriero d’origine indoeuropea, gli achei, cominciò a estendere il proprio dominio sulla penisola.

    Fondatori di Micene, Corinto e Argo, gli achei conquistarono Atene, la parte orientale del Peloponneso, invasero Creta e saccheggiarono Troia.

    La loro economia era fondata sull’agricoltura e sull’allevamento. All’interno della società, re, nobili e guerrieri, proprietari delle terre migliori, esercitavano il dominio su agricoltori, artigiani e pastori.

    Verso l’anno 1000 a.C., la civiltà micenea soccombette di fronte agli invasori dorici – che avevano armi di ferro sconosciute agli achei – i quali si amalgamarono alla popolazione sottomessa e resero la loro lingua comune a tutta la regione.

    La topografia prevalentemente montuosa della penisola favorì la nascita di città-stato chiamate polis, all’interno delle quali governava un re coadiuvato da un consiglio di anziani, entrambi appartenenti all’aristocrazia militare. I contadini erano obbligati a pagare un tributo in natura; se il raccolto non era sufficiente divenivano servi o erano venduti come schiavi insieme alla loro famiglia.

    Nonostante le differenze sociali esistenti, i greci ebbero una concezione originale dell’essere umano. Considerato da tutte le civiltà precedenti un semplice strumento della volontà degli dei o dei re, l’essere umano acquista nella filosofia greca il valore di individuo. Il concetto di cittadino, come individuo facente parte di una polis, senza che su questo influisca l’appartenenza o la nobiltà, costituisce uno degli apporti fondamentali della cultura greca.

    Le polis greche si allearono e si combatterono tra loro per un certo periodo. Ciò nonostante, i popoli ellenici riconobbero l’avere una stessa nazionalità attraverso la comunione di elementi come i giochi olimpici, la religione e la lingua, tra gli altri aspetti.

    Nell’VIII secolo a.C., la maggior parte delle città-stato entrò in crisi, sia a causa della decadenza del potere dei monarchi (che furono progressivamente sostituiti da magistrati scelti tra la nobiltà), sia per la scarsità di terre fertili e la crescita demografica e tutto questo generò grandi tensioni sociali. La crisi diede l’impulso ai greci per la colonizzazione del Mediterraneo, dando origina a un commercio molto attivo e alla diffusione del greco come lingua commerciale.

    Intorno all’anno 760 a.C., i greci fondarono delle colonie nel sud dell’ Italia, nel golfo di Napoli e in Sicilia. Frenati dai fenici e dagli etruschi, i greci non riuscirono mai a dominare l’intera Sicilia o il sud dell’Italia, tuttavia la loro influenza culturale segnò profondamente l’evoluzione successiva delle popolazioni della penisola italica.

    A partire dalla colonizzazione, la struttura sociale e politica delle polis si trasformò. I commercianti, arricchiti dall’espansione marittima, si mostrarono poco disposti a lasciare il governo nelle mani della nobiltà e insieme ai contadini fecero pressioni per partecipare al governo e poter prendere decisioni. Atene, una delle città più prospere della penisola, iniziò allora un processo di trasformazioni politiche che condusse, tra il VII e il VI secolo a.C., a una progressiva democratizzazione delle sue strutture governative. In tal senso, nell’anno 594 a.C. un riformatore chiamato Solone istituì la legge scritta, un tribunale di giustizia e un’assemblea di 400 rappresentanti eletti, secondo il loro patrimonio, incaricata di legiferare sui problemi della città.

    Contemporaneamente Sparta, l’altra grande polis della regione, ebbe uno sviluppo nettamente diverso, con il consolidamento di uno stato oligarchico, dotato di una ferrea struttura sociale e politica. La società spartana fu completamente militarizzata a causa dell’importanza dell’esercito, fattore determinante per l’espansione e l’annessione dei territori limitrofi.

    Nell’anno 540 a.C. i persiani iniziarono ad avanzare in Asia Minore e conquistarono alcune città greche. La ribellione di queste città, sostenute prima da Atene e poi da Sparta, diede luogo a varie guerre, conosciute come le guerre persiane, che culminarono nella sconfitta della Persia verso il 499 a.C. Queste guerre servirono a consolidare il potere di Atene nella regione, la quale attraverso la Lega di Delo, esercitò la sua influenza politica ed economica sulle altre polis.

    Le guerre contro i persiani, nelle quali le triremi ateniesi giocarono un ruolo fondamentale, fecero sì che i rematori (appartenenti agli strati più bassi della società ateniese), diventati indispensabili per la difesa di Atene, potessero reclamare un miglioramento delle loro condizioni di vita e maggiori diritti politici. Dopo un periodo nel quale l’oligarchia ateniese riuscì a recuperare il potere politico, nell’anno 508 a.C., un riformatore chiamato Clistene, aumentò a 500 il numero dei membri dell’Assemblea della polis e la convertì nel principale organo di governo. La partecipazione all’Assemblea fu aperta a tutti i cittadini liberi della polis stessa. Tuttavia, la democrazia ateniese permetteva la partecipazione effettiva di una minoranza della popolazione e fondava la sua prosperità sull’utilizzo di un’enorme quantità di schiavi, per cui gli storiografi la definiscono come una democrazia schiavista.

    Nell’anno 446 a.C. l’arconte o governatore ateniese Pericle concertò con Sparta la Pace dei Trenta Anni, secondo la quale si stabilirono le zone di influenza di ciascuna città: la Lega ateniese e quella del Peloponneso.

    Durante il governo di Pericle, nel V secolo a.C., Atene si convertì nel centro commerciale, politico e culturale della regione. Il dominio sul commercio marittimo e la conseguente prosperità permisero a Pericle di promuovere nuove riforme di carattere democratico. Fu il periodo dei filosofi come Anassagora, dei drammaturghi come Sofocle, Eschilo, Euripide, Aristofane e di Fidia, considerato il migliore scultore greco. In questa epoca i greci raggiunsero un importante sviluppo sul piano scientifico. Molte delle loro conoscenze in campo medico e astronomico sono oggi ampiamente superate, tuttavia gli apporti dati alla geometria e alla matematica sono indispensabili alla maggior parte delle scienze moderne.

    Nella seconda metà del V secolo a.C. vi furono continui scontri tra Sparta e Atene per il controllo della regione. Le lotte di questo periodo sono conosciute come guerre del Peloponneso. Il logorio di entrambe permise ai macedoni, sotto il regno di Filippo II (359-336 a.C.), di conquistare quel territorio. Alessandro Magno (336-323 a.C.) conquistò nuovi territori ed estese l’influenza ellenica al nord dell’Africa e della penisola arabica, passando dalla Mesopotamia e giungendo sino in India. Questo impero costruito da Alessandro Magno in un periodo di undici anni, contribuì alla diffusone della cultura greca in Oriente. Durante gli anni della conquista vennero fondate diverse città commerciali e Alessandro Magno promosse la fusione della cultura greca con quella dei popoli conquistati, dando origine al periodo conosciuto con il nome di ellenismo. Alla morte di Alessandro Magno, l’impero macedone crollò, mentre successive guerre e ribellioni continuarono ad agitare la penisola.

    La decadena greca provocata dalle dispute interne, e di conseguenza le devastazioni e l’impoverimento, facilitarono l’avanzata dei romani. Dopo varie guerre di conquista – quelle macedoni si prolungarono dal 215 al 168 a.C. – i romani stabilirono il proprio dominio sulla Grecia verso l’anno 146 a.C.

    Sotto l’impero romano la Grecia conobbe il cristianesimo (III secolo) e dovette subire varie invasioni. Formò parte dell’impero d’Oriente (395 d.C.), il cui dominio terminò nel 1204 con la formazione dell’impero latino d’Oriente che divise la regione in feudi. Nel 1504 in seguito allo scisma della Chiesa romana, i cristiani greci accordarono l’obbedienza agli ortodossi di Costantinopoli.

    In turchi invasero e conquistarono la Grecia nel 1460, dividendola in sei province costrette a pagare un tributo. La dominazione fu mantenuta per 400 anni, nonostante le ribellioni interne e i tentativi esterni di cacciare i turchi (principalmente furono incursioni condotte da Venezia, ansiosa di assicurarsi un territorio strategico per il commercio con l’Oriente). Solo nel 1718, la pace di Passarowitz consacrò l’integrazione della Grecia nell’impero ottomano.

    Nel 1821 una sollevazione greca riuscì a liberare Tripolitza, dove un’assemblea nazionale scrisse una Costituzione e dichiarò l’indipendenza. Il tentativo fu represso nel sangue dai turchi che, aiutati dall’Egitto, nel 1825 recuperarono il dominio della città.

    Desiderose di allontanare i turchi dalle proprie frontiere, Russia, Francia e Gran Bretagna firmarono nel 1827 il Trattato di Londra che esigeva l’autonomia della Grecia. La Turchia rifiutò e, in quello stesso anno, la flotta alleata sconfisse quella turco-egiziana. Nel 1830, il Patto di Londra dichiarò la totale indipendenza della Grecia che, tuttavia, dovette cedere il territorio della Tessaglia.

    Nei decenni seguenti le potenze europee intrapresero una sorda lotta per il controllo della penisola e interferirono nei suoi affari interni, appoggiando re compiacenti ai loro interessi. Così si succedettero Ottone di Baviera (1831-1862), favorevole alla Russia, e Giorgio I (1864-1913), sostenuto dagli inglesi.

    Il colpo di stato capeggiato dal generale Eleutherios Vinizelos nel 1910 diede luogo alla firma di una Costituzione (1911) che istituì una monarchia parlamentare. Durante le due guerre mondiali, golpe militari successivi portarono al governo simpatizzanti dell’una o dell’altra parte in conflitto.

    Sconfitta l’occupazione tedesca nel 1944, una parte importante del paese rimase nelle mani della guerriglia comunista, diretta dal generale Markos Vifiades, che aveva avuto una parte rilevante nella resistenza al nazismo. Con l’appoggio di britannici e nordamericani, il governo attuò una repressione contro i comunisti fino a giungere allo sterminio nel 1949.